Ismea, nel 2023 sale il valore della spesa alimentare bio +0,5%



(ANSA) - ROMA, 27 MAR - Cresce del 5,2% in un anno la spesa dei prodotti biologici degli italiani che chiude il 2023 con 3,9 miliardi di euro, consolidando la crescita avviata nel 2022 con +0,5%. Lo segnala Ismea nel nuovo report che fotografa i consumi bio domestici, precisando che rispetto all'agroalimentare complessivo il bio tiene nei quantitativi (+0,2%), registrando rincari a scaffale più contenuti rispetto all'agroalimentare complessivo. A questo proposito, secondo l'Osservatorio sui consumi alimentari di Ismea-NielsenIQ pubblicato nei giorni scorsi, il carrello 2023 risulta più oneroso ma anche più leggero, con volumi di acquisto in flessione per quasi tutte le categorie; e l'incremento record in valore è dell'8,1% (+8,4% il food, +5,3% il beverage).
    Tornando al bio, la spesa evidenzia un aumento in valore per tutti i comparti alimentari, ad eccezione di carni e salumi che mostrano un calo rispettivamente del -9,5% e dell' -11,4% sul 2022. Tra gli andamenti in positivo, si segnalano incrementi significativi per olii e grassi vegetali (+20,4%), bevande analcoliche (+12,6%) e prodotti lattiero-caseari (+10,6%), trainati dalla dinamica inflattiva. Il valore della spesa bio continua a concentrarsi nell'ortofrutta per il 43,5%.
    Rimane decisiva per il settore la distribuzione moderna, canale preferito dalle famiglie italiane per gli acquisti di referenze bio, attraverso la quale viene veicolato il 64,6% della spesa domestica biologica. Anche il discount registra una performance positiva superando il 14% di rappresentatività e guadagnando terreno sui negozi tradizionali che, invece, continuano a perdere quote di mercato scendendo al 21,3% rispetto al 22,9% del 2022.
    Quanto all'incidenza del bio sull'agroalimentare, l'aumento in valore degli acquisti dei prodotti biologici non eguaglia quello dell'agroalimentare. Conseguentemente, anche per il 2023, come nel 2022, si registra un'ulteriore flessione della quota di biologico sul valore totale dell'agroalimentare italiano, che scende al 3,5%. (ANSA).
   









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