Lavora nell'agricoltura 6,6% degli occupati stranieri in E-R



(V. 'Nell'agroalimentare fino a metà...' delle 13.29) (ANSA) - BOLOGNA, 10 APR - I cittadini stranieri residenti in Emilia-Romagna sono 566.678 e mostrano un'incidenza pari al 12,8% sulla popolazione complessiva, contro una media nazionale di 8,8%. Nello stesso anno i permessi di soggiorno rilasciati sono stati circa 25.000. Considerando la distribuzione territoriale, la più alta incidenza di stranieri residenti si ha nelle province di Piacenza e Parma (15,3%), Modena è al terzo posto (13,6%). La nazionalità romena risulta la più numerosa in sei province su nove, mentre a Modena e Reggio Emilia prevalgono i cittadini del Marocco. Sono dati del Dossier statistico immigrazione (2022) analizzati nel primo rapporto sui lavoratori immigrati dell'agroalimentare 'Made in Immigritaly. Terre, colture, culture' commissionato dalla Fai-Cisl e presentato al Cnel.
    La stabilizzazione delle presenze sul territorio si rispecchia anche nel mercato del lavoro: il 13% degli occupati in regione sono stranieri, valore in linea con l'anno precedente (2019) e al di sopra della media nazionale (10%). Tra gli occupati stranieri il 90,2% svolge un lavoro dipendente, il 9,8% un lavoro autonomo. Rispetto alla distribuzione nei diversi settori, la maggioranza si concentra nel terziario (58,8%), al secondo posto l'industria (34,4%) e al terzo l'agricoltura (6,6%). Il tasso di disoccupazione degli stranieri (11,9%) risulta superiore a quello degli italiani (4,4%) e conferma una condizione più instabile nel mercato del lavoro, aggravatasi a seguito delle crisi economiche degli ultimi anni.
    Due i focus che hanno interessato l'Emilia-Romagna per la realizzazione del report Fai Cisl Immigritaly: l'area del modenese, con attenzione sulla lavorazione delle carni, "che offre possibilità di impiego stabile e alcune opportunità di miglioramento professionale, ma dove il lavoro degli immigrati rimane in gran parte relegato nell'invisibilità", e quella romagnola (valle del Bidente, in provincia di Forlì), in cui è stato analizzato un altro comparto dell'industria alimentare, quello avicolo, indagando inoltre forme e possibilità di integrazione degli immigrati nel contesto territoriale, ossia nel ripopolamento delle valli appenniniche. (ANSA).
   









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