Lollobrigida, parto da Vinitaly con una percezione di ottimismo



(ANSA) - VERONA, 16 APR - "Saluto Vinitaly con una percezione di ottimismo e di positività che c'è oggi nel Sistema Italia.
    Oggi la nostra Nazione ha più fiducia in se stessa di quanta ne avesse in passato. Io sento tra i padiglioni di Veronafiere tante persone che, anche in momenti di difficoltà, guardano avanti con la consapevolezza delle nostre potenzialità. Siamo un Paese che, se sfrutta bene quello che ha, può diventare la nazione più ricca del pianeta". Così il ministro dell'Agricoltura, Sovranità alimentare e Foreste Francesco Lollobrigida in partenza da Vinitaly dopo aver salutato l'Arma dei Carabinieri, i Nas, gli ispettori dell'Antifrode, e le forze armate presenti ai lavori dello stand Masaf.
    "Il settore vino - ha osservato il ministro - ha dimostrato di saper rispondere alla competizione di mercato e ai cambiamenti dei gusti mettendo in campo produzioni di sempre maggiore qualità. Nel mondo l'Italia viene associata all'idea di qualità e non dobbiamo perdere questo tipo di riferimento che porta alla crescita. Occorre perciò essere ancorati alla tradizione, al valore delle cose che ci hanno reso forti. Non servono grandi quantità produttive, del resto le dimensioni territoriali del made in Italy non lo consentono, ma essere percepiti nei quattro angoli del pianeta come una filiera di eccellenza".
    Il ministro Lollobrigida, dopo la Franciacorta e Verona, raggiungerà oggi il Salone del mobile in corso a Milano. Ma dalla prima ministeriale Oiv in Franciacorta e dalla 56/a edizione di Vinitaly "ci portiamo dietro - ha detto ancora Lollobrigida - la consapevolezza che l'impresa italiana è sana.
    E che tra gli imprenditori del settore vitivinicolo c'è grande fiducia e ottimismo in questo momento. E anche se le cose nel mondo non vanno benissimo, gli italiani sanno che c'è un forte asse ha sottolineato infine Lollobrigida - tra governo e sistema produttivo che punta a far crescere la ricchezza per poi poterla ridistribuire senza fare debito e senza svendere gli assett strategici". (ANSA).
   









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