“Nel Pniec amplieremo il capitolo sull’efficienza in edilizia”



Quotidiano Energia - Esaminando la proposta di Pniec inviata a Bruxelles dal Governo italiano la Commissione Ue ha “suggerito di presentare una strategia di ristrutturazioni del parco immobiliare al 2050”, prevista dalla direttiva sulle prestazioni energetiche in edilizia, “contestualmente alla versione finale del Piano”. Per questo motivo, “dopo la pausa estiva, lavorando al testo, amplieremo anche questo capitolo per tenere conto degli effetti a lungo termine delle politiche” di intervento sugli immobili. Il piano di lavoro è stato illustrato oggi a Roma dal d.g. al Mise, Gilberto Dialuce, intervenuto nel corso del convegno “Prima la casa” organizzato da Adiconsum e Canale Energia al Gse, nell’ambito dell’Alleanza contro la povertà energetica (QE 11/7). In questo percorso “dovremo individuare azioni per stimolare una ristrutturazione profonda degli edifici con l’ausilio di tecnologie intelligenti e un meccanismo per intervenire sugli stabili in condizioni peggiori”, ha aggiunto Dialuce. Per quanto riguarda la povertà energetica, “in Italia ci sono 2,2 milioni di famiglie” in questa condizione, con maggiore problematicità “al Sud, nelle Isole ma anche nelle aree periferiche delle grandi città”. Considerando le misure di contrasto al problema già esistenti e quelle previste dal Pniec, “si stima che al 2030 rimarrà una percentuale tra il 7 e l’8%” dei nuclei familiari. In particolare il Piano contiene diverse attività in tema di povertà energetica, tra cui l’istituzione di un Osservatorio nazionale “che stiamo avviando con il Gse” (e che dovrebbe essere allargato anche a soggetti extraistituzionali come le associazioni dei consumatori). Per quanto riguarda gli strumenti esistenti e il loro sviluppo attraverso il Pniec, invece, secondo il rappresentante del Mise “per l’ecobonus si andrà soprattutto verso un’integrazione con le detrazioni fiscali, premiando gli interventi più radicali sugli edifici. Sul Conto termico una specializzazione per la riqualificazione energetica e il recupero edilizio non residenziale pubblico e privato”, oltre a una “semplificazione del meccanismo”. Infine il Fondo nazionale efficienza energetica, “che ha avuto una dotazione di 310 milioni di euro e ha ricevuto dieci domande presentate da imprese e PA, mentre altre 52 sono in fase di compilazione della richiesta”. Per questo strumento, ha concluso Dialuce, si pensa di “istituire una specifica sezione per l’esecuzione di interventi di efficienza con ecobonus e stiamo lavorando per emanare un decreto. La garanzia del fondo, inoltre, potrà essere richiesta anche per mutui green”. Infine il bonus energia: “Abbiamo già pronto un meccanismo per introdurre degli automatismi utilizzando i sistemi informativi in campo e integrando con altri bonus, come quello idrico o il reddito di cittadinanza”. Di povertà energetica ha parlato anche il presidente del Gse, Francesco Vetrò, per il quale, “posto che il compito del gestore è assistere cittadini e operatori, siamo contenti di iniziative come questa che generano nuove occasioni di collaborazione”. Il Gse, in particolare, “si sta muovendo nella direzione di chiamare a raccolta tutti gli attori del sistema nell’ottica di portare a compimento una transizione energetica che sappia rimettere i cittadini al centro del sistema, valorizzando rinnovabili ed efficienza”. Nel corso del convegno sono state svolte due tavole rotonde con operatori e istituzioni che hanno approfondito i maggiori ostacoli per l’efficientamento energetico e il contrasto alla povertà. Secondo Renato Cremonesi (Cremonesi Group) “solo un amministratore di condominio su dieci è iscritto ad associazioni che fanno aggiornamento su questi temi”, mentre per Alessandro Bonucci (Auxallia-Finance) “manca una cultura finanziaria a tutti i livelli sociali”, al pari di una sufficiente informazione tra le persone e nella PA, come descritto da Simone Benassi (Enel X). Filippo Ghirelli (Genera Group) ha invece illustrato un progetto per creare un sistema di criptovalute basato sui sistemi di incentivazione dell’efficienza che assicuri vantaggi e ritorni più immediati, a fronte della “confusione che c’è su questi meccanismi”. Secondo Luca Benedetti (Gse) gli obiettivi di efficienza energetica in edilizia sono i “più sfidanti del Pniec”; anche se, per Paolo Righi (Fiaip), “c’è una mancanza di progettualità della politica” e, ha aggiunto Nino Falotico (Sicet Cisl), “il tema della casa è stato completamente ‘sfrattato’ dalla discussione di questo Governo e di quelli precedenti”. Anche in quest’ottica “un aspetto importante è la definizione di indicatori chiari per monitorare e valutare misure” sulla povertà energetica, secondo Ilaria Bertini (Enea). I lavori del convegno sono stati chiusi da Carlo De Masi, presidente di Adiconsum, per il quale “le associazioni dei consumatori non si devono limitare a intervenire ex post su bollette sbagliate o truffe ma devono porsi anche il problema di prevenire alcuni fenomeni”. Da qui le varie collaborazioni avviate, come nel caso dell’Alleanza contro la povertà energetica. Hanno preso parte all’evento di oggi anche Pierpaola Pierantozzi (Adiconsum), Luigi Gabriele (Adiconsum), Gian Battista Baccarini (Fiaip).









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