Uno sguardo nell'urna. Con sorpresa



Berlusconi risorto: grazie ad un’alleanza che ancora regge, a dispetto del tempo.
Renzi crocifisso: abbandonato dai suoi ex amici di sinistra e da molti elettori.
Grillo non pervenuto: il grillismo resiste, ma i Comuni sono altro e vince chi sa coalizzarsi, non chi gioca da solo.
Elettori spariti: i partiti pensano che la diserzione sia legata al sole e al mare, ma le ragioni dell’astensione sono profonde e allarmanti.
Politica al palo: ha vinto chi ha fatto di tutto per dimostrare di essere altro dai partiti.
Larghe intese lontane: il voto di domenica 25 giugno spinge infatti in là l’idea che il ringalluzzito Berlusconi possa unirsi in matrimonio al claudicante Renzi solo per tagliar fuori Grillo.
Gentiloni rafforzato: con l’aria che tira chi aveva una gran fretta di votare (Renzi e Grillo, ma anche Salvini) ha scoperto che far cadere il governo subito per correre alle urne potrebbe essere l’errore del secolo.
Fuoriusciti soddisfatti ma comunque perdenti: le amministrative hanno dimostrato con chiarezza che chi ha perso peso nei partiti fino a decidere di lasciarli (vale per chi ha mollato il Pd, ma anche per Tosi e per altri) riesce a far perdere chi l’ha battuto in casa (Bersani avrebbe scritto in ditta), ma non a vincere le elezioni.
Programmi inutili: in ogni scontro le idee sono state soverchiate dalle emozioni.
Paese spezzato: c’è chi vince e c’è chi perde. Morale: l’Italia è sempre più divisa.













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