Appiano, sul part-time l’accordo salta di nuovo 

Guerra in consiglio. Due ore di discussione si risolvono con una proposta targata Svp Hofer Larcher: «Valuteremo se sia fattibile. Ma non possiamo fare battaglie ad personam»



Appiano. Sul part-time è ancora battaglia, ad Appiano. Il consiglio comunale dell’altra sera doveva servire a sciogliere le tensioni createsi a seguito della petizione popolare indetta da diverse dipendenti del municipio per la conservazione della possibilità di ridurre del 50% l’orario di lavoro al rientro dalla maternità. La petizione non ha però trovato l’appoggio dell’assessora Monika Hofer Larcher (Bürgerliste Eppan), competente per la famiglia. E la seduta consiliare si è risolta con poco o nulla di fatto, pure dopo una discussione durata ben due ore. Al termine, il gruppo Svp ha presentato una nuova proposta di delibera, contenente aspetti di cui ora l’assessora verificherà l’opportunità.

Gli attriti in municipio.

La questione va avanti ormai da mesi. Intuito che il nuovo segretario comunale, d’intesa con la giunta, era intenzionato a obbligare le dipendenti in post maternità a fare il 70% dell’orario di lavoro (contro il 50 previsto dal contratto), alcune dipendenti hanno raccolto decine di firme. Il problema rilevato dal segretario comunale, però, era il rischio di non riuscire a garantire i servizi base, dato che oltre il 40% dei 75 dipendenti comunali usufruiva del part time. Dopo un incontro con sindacati e responsabili delle varie ripartizioni, la sua proposta di modifica è stata approvata a larga maggioranza. Unica assessora contraria, Sigrid Mahlknecht Ebner (Svp), titolare delle pari opportunità. Ma in consiglio comunale lo scorso gennaio la delibera non è passata. «Mi sentirei più tranquillo – spiegava il vicesindaco Massimo Cleva (Pd) – se la misura scattasse solo su base volontaria e solo per le neo-assunte. C’è il serio rischio che la nostra delibera possa essere impugnata davanti al giudice del lavoro».

Battaglie ad personam.

«La legge prevede la possibilità di lavorare part time fra il 30 e il 90% del tempo. Ora dobbiamo verificare dove questo sia possibile e per quanto tempo si possa usufruire del part time una volta concluso il periodo di aspettativa», dichiara l’assessora Monika Hofer Larcher dopo un consiglio comunale che la settimana scorsa ha nuovamente infuocato gli animi di amministrativi e rappresentanti politici. «Chi garantirà il pieno funzionamento degli uffici? Chi farà il servizio di sostituzione? Prima di prendere decisioni certe e definitive servirebbe avere sangue freddo e considerare le esigenze della cittadinanza. E poi eventualmente coniugarle ai bisogni dei singoli. Il punto, qui, è che il part time c’è già, secondo l’accordo sindacale che ne dà la possibilità. La giunta decide in base a questo e in base a quanto riferiscono i capi ripartizione del Comune. Man mano che i dipendenti che lavorano part time per il 50% del tempo andranno in pensione potremo aprire a nuove opportunità per altre persone».

Quello che l’assessora evidenzia è l’impressione di una battaglia ad personam, perdendo di vista la necessità primaria di dare un buon servizio ai cittadini. «Non sono molto contenta della discussione dei giorni scorsi – chiosa –, perché divide. Divide anche i dipendenti comunali. Non è facile parlare della vita delle persone, non è umano farne terreno per liti in politica». S.M.













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