Bracconiere tra i meleti sorpreso con 46 tordi 

A Termeno. Denunciato un uomo originario della Toscana, liberati i volatili in cattività Il Corpo forestale: «Li induceva a muoversi tra i filari finché non restavano impigliati»



Termeno. Un bracconiere toscano è stato denunciato dal Corpo forestale della Provincia, che l’ha fermato nella zona di Termeno durante la cattura illecita di diversi tordi. Ben 46 gli animali poi liberati o dati in consegna al Centro avifauna per le necessarie cure.

Tra i compiti del Corpo forestale della Provincia c’è anche quello di perseguire i reati di uccellagione, visto che le estese colture di melo rappresentano un habitat particolarmente adatto alla nidificazione di molte specie. Così, durante lungo appostamento iniziato alle prime ore del mattino, domenica primo settembre i membri del Corpo forestale hanno notato un bracconiere originario della Toscana, fermandolo nel momento in cui questi stava catturando illecitamente dei tordi bottaccio. L’uomo è stato denunciato all’autorità giudiziaria per il reato di uccellagione e i 46 tordi bottaccio di cui è stato trovato in possesso sono stati immediatamente liberati, eccetto uno, che è stato consegnato al Centro avifauna perché fosse curato.

«Il sistema utilizzato - spiegano gli esperti del Corpo forestale - era particolarmente avanzato. Il bracconiere, infatti, aveva installato lungo i meleti delle reti a maglia fine per più di 100 metri, e con l’ausilio di richiami acustici elettronici induceva i tordi a muoversi tra i filari finendo impigliati nelle reti».

Una volta catturati, i tordi bottaccio erano riposti in piccole scatole e depositati presso un edificio agricolo situato nelle vicinanze e che è stato posto sotto sequestro. Secondo il Corpo forestale, il materiale sequestrato ammonta a diverse migliaia di euro. I tordi bottaccio, infatti, una volta catturati, sono inanellati con sistemi traumatici per essere venduti sul mercato del Nord Italia come richiamo per la caccia. In questo periodo dell’anno gli uccelli sono già adulti, dunque non hanno bisogno di cure per l’allevamento, e un singolo esemplare può valere sul mercato nero anche diverse centinaia di euro.













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