L’agricoltura 4.0 in Bassa: sms e meteo per diventare smart 

Forte il legame delle tecnologie sul campo a internet Molte le novità tra le macchine e gli operatori della filiera 


di Bruno Tonidandel


EGNA. In Bassa Atesina l’agricoltura è 4.0: smart o digital, proprio per sottolineare il legame fondamentale delle tecnologie sul campo a internet e all’uso di computer, alla condivisione di dati e informazioni non solo tra macchine, ma anche tra operatori diversi della filiera.

«Dagli annunci passa-parola all’sms con il telefonino o all’avviso al computer. Sono passati 50 anni dalla prima edizione della Giornata Frutticola che il Centro di Consulenza per la Frutti-viticoltura dell’Alto Adige organizza ogni anno a febbraio da mezzo secolo a questa parte. È un organismo questo, molto caro agli agricoltori della provincia di Bolzano, perché gli iscritti vengono seguiti passo dopo passo, nel corso del loro lavoro nei campi. È in atto un’infezione di ragnetto rosso? Il “Centro” avverte i soci, ora con messaggini al cellulare o annunci al computer, che è urgente intervenire con i fitofarmaci; sta per abbattersi un temporale con pericolo di grandine? Il “Centro” mette in allarme i frutticoltori; esiste pericolo di gelate notturne? Il “Centro” “ordina” al frutticoltore di azionare gli impianti antibrina. Questo ente, presieduto da Manuel Santer e diretto da Paul Pernter ha un po’ la funzione del medico di famiglia che consiglia, suggerisce, a volte impone delle misure per il bene delle colture.

Costituito 60 anni fa, da 50 il Centro di Consulenza, come accennato, organizza la Giornata Frutticola, una mattinata in cui si fa il punto sui problemi del momento che assillano l’agricoltura. Questo appuntamento annuale è stato ideato nel 1969 da Rolando Cembran, un giovane perito agrario di Ora, assunto un anno prima e che per 33 lunghi anni, fino al suo collocamento in pensione, è stato il punto di riferimento per gli agricoltori altoatesini di lingua italiana. E Cembran, ora un po’ più in carne rispetto al ragazzone che perlustrava le campagne dei soci anni addietro, era presente giovedì mattina ad Egna durante i lavori della 50esima edizione della Giornata Frutticola, la sua creatura. “Mi ricordo – ha detto Rolando, sollecitato dal direttore Paul Pernter – che per la prima Giornata ci trovammo in un albergo di Laghetti. Si era appunto nel febbraio del 1969. E già alla terza edizione discutemmo a lungo della lotta integrata. L’occasione ci fu data da un forte attacco di Psilla che devastò i frutteti, coltivati a pere nella zona di Laives e San Giacomo”. Cembran ha ricordato che alla Giornata Frutticola partecipavano anche frutticoltori dell’alta Italia e sul palco si alternavano fior di tecnici e luminari dell’agricoltura. Memorabili poi i viaggi di studio con un gruppo di soci, in Belgio ma soprattutto quello nell’allora Unione Sovietica. Non ha potuto dimenticare di citare anche l’alluvione del 19 luglio 1981 quando l’Adige esondò allagando le campagne di Laghetti e di Salorno. «Lavoravo giorno e notte per aiutare i contadini nella stesura dei danni subiti da inviare all’assessorato provinciale dell’agricoltura allora retto dal futuro governatore Luis Durnwalder». Rolando Cembran ha chiuso il suo intervento tranquillizzando gli agricoltori sommersi dalle notizie sui cambiamenti climatici. «I ghiacciai si ritirano? - ha detto – vedrete che fra qualche anno torneranno come prima. E’ cambiato il tempo? Ci si dimentica che nel 1187 l’inverno fu così mite che i meli fiorirono a gennaio, la mietitura del grano avvenne in maggio e ad agosto la vendemmia. E che attorno al 1450 ci fu una siccità che devastò le vallate, seguita da 7 anni dove non piovve». Il tempo – ha concluso – ha un andamento come le borse: c’è un periodo dove c’è abbondanza di piogge, c’è un periodo di siccità. E proprio di clima, sempre nell’ambito della Giornata Frutticola, ha svolto una interessante relazione Mauro Tollardo dell’Ufficio idrografico della Provincia di Bolzano, che ha subito sgombrato il campo affermando: «le previsioni meteo non saranno mai precise». A questo punto forse qualcuno ha pensato bene di lasciare la sala. Ma si sarebbe poi pentito perché il relatore ha snocciolato una serie di notizie utili per il frutticoltore. Ha poi chiarito le difficoltà nello stilare una previsione anche a corto raggio. «Il nostro territorio si snoda dalle Prealpi meridionali alla cresta di confine, lungo una direttrice quindi che va da 200 a 3900 metri di altitudine e non è raro che magari in alto nevichi e nel fondovalle splenda un sole cocente». I due bollettini meteo provinciali diffusi giornalmente, alle 7.30 e alle 11, sono il risultato di tante situazioni meteo che i tecnici reperiscono dalle 84 stazioni in valle e dalle 36 in montagna, dal satellite Meteosat posizionato sopra l’Africa che fotografa e trasmette il movimento delle nubi, dal radar meteo posto sul monte Macaion, dai modelli meteorologici e dalle osservazioni. Una situazione quindi complessa. Oltre ai due bollettini, il Servizio meteo provinciale dirama le previsioni su 4 giorni e bollettini per la montagna e per i comprensori. Mauro Tollardo ha ribadito che “non avremo mai previsioni perfette” e ancor meno attendibili sono le previsioni automatiche di settimane intere. Ha anche accennato alla disastrosa perturbazione di ottobre, un evento – ha detto – eccezionale per concentrazione di precipitazioni accompagnate da violentissime raffiche di vento ad una quota fra i 1000 e i 2000 metri. Tollardo prevede che in futuro l’ Alto Adige sarà interessato da periodi siccitosi accompagnati da precipitazioni rade ma violente. Insomma il tempo sta veramente cambiando.

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