Ora, in pensione il comandante dei carabinieri

Ora. Cambio della guardia al vertice della caserma dei carabinieri di Ora: Angelo Scaccia luogotenente, ultimo grado della scala dei marescialli, ha raggiunto la soglia della pensione, seppur a soli...


Bruno Tonidandel


Ora. Cambio della guardia al vertice della caserma dei carabinieri di Ora: Angelo Scaccia luogotenente, ultimo grado della scala dei marescialli, ha raggiunto la soglia della pensione, seppur a soli 60 anni d’età, e ha smesso la sua amata divisa. Al suo posto, a comandare i militari dell’Arma della borgata della Bassa Atesina, il maresciallo Alberto Coletta, vice di Scaccia. Ma quest’ultimo non andrà lontano dal suo posto di lavoro da 30 anni a questa parte: il luogotenente Scaccia rimarrà ad Ora e risiederà, assieme alla moglie e al suo cane, in una casa in via Palain, nei pressi della strada che dal paese conduce alla stazione ferroviaria. La coppia ha anche due figli, un maschio e una femmina, nati a Bolzano e che risiedono e lavorano nel capoluogo altoatesino.

Abbastanza movimentata la vita di Angelo Scaccia, toscano d’origine, e diverse le sue tappe prima di approdare ad Ora. Dopo la scuola dei carabinieri a Roma nel 1982, passò a Grosseto e quindi alla scuola per sottufficiali a Velletri e a Firenze. Quindi l’arrivo in Alto Adige, a Laives per due anni fino al 1988 e, finalmente ad Ora nel 1989, dapprima come vice comandante e poi comandante di stazione. Da qui, Angelo Scaccia, non si è più mosso, se non con qualche sporadica puntata nei centri limitrofi per sostituire colleghi e per accaparrarsi la fiducia di altre popolazioni oltre quella di Ora. Sì, perché il maresciallo Scaccia è riuscito a impersonificare la figura dei comandanti di stazione di un tempo, dove al campanello della caserma suonavano persone certo per chiedere aiuto, ma anche per avere i consigli più disparati, quasi quasi ci si confessava come dal parroco che con il sindaco erano i personaggi più influenti e ricercati del paese. Scaccia infatti oltre che essere stimato ed apprezzato, anche dal gruppo tedesco, per la sua indole e il suo carattere, era anche amato da molti. «Due cose mi hanno colpito maggiormente al mio arrivo in Alto Adige – ci ha detto Angelo Scaccia già in tenuta da borghese – la grande quantità di mele sugli alberi e il rispetto della gente nei confronti dell’uniforme. Io ad Ora devo proprio dire che mi sono trovato benissimo; per niente non ho voluto spostarmi dopo il mio pensionamento a fine anno. Continuerò a vivere in questo paese tranquillo, dove la popolazione dei due gruppi linguistici va d’amore e d’accordo e si stima a vicenda. E, pensi un po’: faccio fatica a ricordare un episodio di cronaca nera accaduto in paese. Ma sì, ci sono stati dei fatti criminosi ma di scarsa portata, qualche rapina, qualche truffa, specie all’inizio del mio servizio, ma tutte cose di poco conto». Ed ora, dopo aver smesso la divisa, cosa farà il luogotenente Angelo Scaccia? «Passeggerò per le vie di Ora incontrando vecchi amici, farò qualche gita in montagna e qualche viaggio con mia moglie, mi dedicherò maggiormente alla lettura e poi mi toccherà fare anche il nonno».

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