Rifiuti: 80 milioni di euro per l’impianto di Cortaccia 

Patrick Santini: «Tratteremo scarti di processi industriali: 70-80 mila tonnellate» Serve il via libera della «Via»: attualmente viene smaltito tutto fuori regione


di Massimiliano Bona


CORTACCIA. Patrick Santini, che guida la PA Holding, questa volta ha alzato il tiro. Vuole realizzare a Cortaccia un impianto per trattare gli scarti dei processi industriali che, per caratteristiche, secondo le norme comunitarie si possono valorizzare energeticamente. Si tratta di 70-80 mila tonnellate l’anno – che attualmente vengono smaltite fuori regione – per un investimento complessivo di circa 80 milioni di euro, interamente a carico dei privati. Il progetto è stato presentato in Provincia ed è in attesa della valutazione di impatto ambientale: «Avremo una risposta definitiva nel giro di 5 mesi», spiega l’imprenditore bolzanino. «La tecnologia proposta è innovativa, ma già considerata affidabile grazie agli impianti esistenti in Giappone. Quello di Cortaccia potrebbe diventare il primo impianto della sua tipologia in Europa contribuendo a rafforzare l’immagine dell’Alto Adige come territorio all’avanguardia anche sotto l’aspetto ambientale. La possibilità di trattare in loco i rifiuti, attualmente esportati fuori regione, permetterebbe di evitare le emissioni generate dal trasporto. Alcuni dei benefici economici derivanti dal recupero energetico dei rifiuti potrebbero ricadere sulla popolazione e sulle aziende locali in forma di occupazione diretta e indiretta. Penso anche all’energia elettrica a prezzi favorevoli, alla disponibilità di calore ed altro ancora».

Di che rifiuti parliamo?

«L’impianto non si occuperà di rifiuti urbani e non tratterà rifiuti pericolosi. Ma scarti industriali. Non si bruciano i rifiuti, ma si brucia un “gas tecnico”, ottimizzando così la combustione rispetto ad una soluzione convenzionale».

Inquinamento e rumori: i timori di una parte dei residenti sono fondati?

«La tutela della salute era e resta una delle priorità assolute di quest’iniziativa imprenditoriale. L’impianto non darà problemi di rumore mentre l'impatto visivo sarà mitigato con soluzioni architettoniche adeguate».

Servirà una discarica?

«No, questo tipo di impianto non ha bisogno di discariche. Ciò che non si può sfruttare energeticamente viene vetrificato per essere usato. E non smaltito, dunque».

L'impianto può portare davvero benefici al territorio?

«Certo. Penso, ad esempio, alla possibilità di riscaldare a condizioni vantaggiose un centro sportivo con piscina».

Bisognerà usare altro terreno agricolo?

«No, solo parte dell’area industriale esistente, grazie alla compattezza che caratterizza gli impianti giapponesi. Qui l’Appa ha un’esperienza pluridecennale di controllo nel settore dei trattamenti termici dei rifiuti. Cortaccia è ben collegata tanto alla Statale 12 quanto all’A22. Ci sono tutte le premesse per realizzare un progetto che possa coinvolgere anche la comunità locale. Noi ci crediamo molto».

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