Salorno modello di integrazione 

Il programma ha trattato il tema delle sepolture di musulmani, ma la questione più urgente è la scuola 


di Sara Martinello


SALORNO. Il cimitero di Salorno, o meglio la questione che vi ruota intorno, arriva sugli schermi televisivi degli italiani. Il programma di Canale 5 Matrix ha fatto un servizio prendendo spunto da un recente articolo del giornale Alto Adige sull’interrogazione in consiglio comunale di Alessandro Rizzone sulla possibilità di seppellire i cittadini di fede musulmana nel cimitero del paese rivolti verso la Mecca, come vorrebbe il rito.

Il consiglio ha però deliberato che l’ala dedicata non ci sarà per via della mancanza di spazi. A Bolzano una convenzione con un’associazione islamica ha permesso che cento posti venissero riservati a musulmani, ma qui la vicina strada impedisce un ampliamento del cimitero. Tanto più che spesso gli immigrati chiedono di essere sepolti nella propria terra d’origine: pertanto il problema non è particolarmente sentito, almeno finché si parla di nuovi cittadini di prima generazione.

A Salorno, la sfida del multiculturalismo è affrontata con impegno fin dal 2016, quando il Comune presentò il progetto “Salorno, un passo avanti!” al servizio di coordinamento per l’integrazione della Provincia di Bolzano. Il progetto evidenzia le buone pratiche di integrazione sul territorio e porta a galla proposte di risoluzione delle problematiche.

Il focus è sulla scuola: con un 41% di bambini in età prescolare di fede musulmana (dati al 31 dicembre 2016), servirebbero, secondo il rapporto stilato dal gruppo di lavoro di “Salorno, un passo avanti!”, insegnanti di sostegno e mediatori culturali a cui gli insegnanti possano appoggiarsi e risorse economiche per consulenze esterne e spazi.

L’accento è stato messo anche sulle famiglie recentemente stabilitesi a Salorno: si è pensato quindi a una lettera di benvenuto, a un vademecum plurilingue delle regole della comunità di Salorno, a feste per le famiglie con competizioni sportive, all’“adozione” di famiglie di nuovi cittadini da parte delle famiglie del posto. Per lo scambio individuale al di fuori degli spazi più istituzionali il progetto ha previsto un tavolo, in biblioteca o al parco giochi, in cui ognuno possa raccontare qualcosa di sé e della propria cultura, come anche lo scambio religioso e le cene con specialità tipiche di paesi diversi dall’Italia. Il rapporto cita anche la difficoltà per le donne di inserirsi appieno nel territorio, individuando forme di soluzione nell’ampliamento dei corsi di lingua rivolti alle donne (per esempio, concedendo loro un bonus), con il potenziamento del Caffè delle lingue e con l’istituzione di una scuola per adulti in cui apprendere le nozioni di educazione civica necessarie a vivere in Italia.

Il sindaco Roland Lazzeri vaglia lo stato delle cose: «Abbiamo scritto una lettera agli assessori provinciali competenti per chiedere risorse umane per la scuola: ci auguriamo che col prossimo anno scolastico la situazione migliori. Inoltre, sempre la Provincia dovrebbe darci conferma per la nomina di una persona che coordini le attività del progetto: stiamo lavorando all’attuazione».

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