La denuncia

Vendite online, truffata una mamma della Bassa Atesina

Voleva cedere articoli per l’infanzia ma ci ha rimesso centinaia di euro  Un professionista l’ha convinta ad andare al bancomat e a seguire una serie di istruzioni


Massimiliano Bona


SALORNO. Truffata da un professionista una mamma della Bassa Atesina che ha cercato (vanamente peraltro) di vendere alcuni articoli per bambini che non utilizzava più su un noto portale online e ha finito col rimetterci alcune centinaia di euro. Le forze dell’ordine chiamano questo genere di raggiri “Pay to sell”, letteralmente “pago per vendere”. Questo perché a incassare il denaro non è stata la parte venditrice ma il finto acquirente. Per la prima l’unica consolazione é stata quella di non rimetterci, oltre ai propri soldi, anche gli articoli che voleva vendere.

La tecnica utilizzata: si mira a carpire la fiducia del venditore.

Ma come si concretizza questa truffa? Il venditore pubblica un annuncio online per vendere degli oggetti di cui non ha più bisogno. Nel giro di poche ore squilla il telefono. Dall’altra parte della cornetta c’è una persona dai modi garbati e molto convincenti che, dopo aver finto di interessarsi all’oggetto, ne contratta il prezzo. Quindi avvisa il venditore «che l’affare è fatto». Il potenziale acquirente avvisa poi il venditore che, successivamente, vorrebbe far ritirare da un corriere l’oggetto in questione mentre, per il pagamento dello stesso, è pronto a procedere immediatamente. Per il venditore «basta recarsi ad una postazione bancomat, inserire la propria carta e l’acquirente, almeno sulla carta, trasferisce l’importo stabilito per l’acquisto».

La mamma della Bassa va allo sportello bancomat.

Per la mamma della Bassa Atesina si trattava di una modalità di pagamento nuova ma è proprio in questa fase che l’acquirente, con garbo e una buona dose di scaltrezza, le va subito in soccorso” rassicurandola e dicendole: “quando sei alla postazione bancomat e avrai inserito la tua carta ci sentiamo telefonicamente così ti fornirò in tempo reale le necessarie istruzioni affinché tu possa vederti accreditare la somma che ti devo”.

L’acquirente, anche stavolta, si è dimostrato convincente, tanto da convincere rapidamente la venditrice. Inserita la propria carta allo sportello bancomat ha seguito passo per passo le istruzioni che gli ha fornito telefonicamente l’acquirente. La mamma si è accorta solo dopo che qualcosa non stava filando per il verso giusto ma, nuovamente, l’acquirente è riuscito a convincerla dicendo che l’operazione non era andata a buon fine «per mere ragioni procedurali o tecniche». L’ha quindi invitata a ripeterla nuovamente.

Purtroppo, solo dopo alcuni tentativi, la venditrice si è accorta dell’inganno. In pratica era stata lei a trasferire il proprio denaro all’acquirente che in realtà non era altro che un truffatore. Purtroppo anche per un importo superiore al prezzo di vendita degli oggetti che intendeva alienare poiché aveva più volte ripetuto l’operazione. Quindi il disagio della venditrice è stato sia per il denaro perso ma anche per essere caduta nell’inganno .

L’appello e la denuncia.

I truffatori sono dei professionisti del settore e sanno essere molto convincenti con le vittime. Da qui l’importanza, di fronte a richieste insolite, di agire con calma e prendersi il tempo per riflettere e chiedere consiglio. Alla venditrice non è rimasto altro che sporgere denuncia.













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