L’intervista

Beatrice Venezi: «Voglio portare l'opera lirica a Bolzano»

«La musica classica e lirica va sostenuta, è un volano culturale incredibile. Collaboro da tempo con l’orchestra Haydn, che ho diretto anche al Concerto di Natale in Senato. Non arrivo da Marte


Paolo Campostrini


BOLZANO. Beatrice Venezi, perché sì a Bolzano? «Beh, è un sì che arriva da lontano. Con l'Orchestra regionale Haydn c'è una collaborazione che dura da anni. Concerti, anche un disco. E pure un corso di educazione musicale che abbiamo fatto insieme nelle scuole... Io lontana dal territorio? Suvvia, proprio no».

Il direttore d'orchestra donna più famoso/a d'Italia è in arrivo in Alto Adige. L'ha chiamata Marco Galateo per la neo costituita consulta della cultura provinciale. É stata una sorpresa. «Ci conosciamo, le ho parlato poco tempo fa. Mi ha sorriso e ha accettato subito», spiega il vicepresidente della giunta. In questi giorni Beatrice Venezi è negli Stati Uniti. Finiti gli impegni lì, parte per il Sudamerica, destinazione Buenos Aires. «Farò una Turandot, a proposito di opera italiana».

Direttore, perché dice "a proposito"?

Perché una delle idee che ho per questo mio nuovo impegno è provare a portare l'opera a Bolzano.

La ragione?

É molto poco presente. E invece è una musica strettamente legata alla nostra identità. È per gran parte di matrice italiana, come tradizione, ma che tuttavia rappresenta una chiave di accesso a tante culture nel mondo. L'opera allarga gli orizzonti, è un volano culturale unico, eccezionale, e fa parte del nostro dna.

Qui non c'è una stagione invece

Esatto. Si potrebbe lavorare per costruirla. E farlo insieme. L'opera riesce spesso a far accedere al mondo della musica anche un pubblico che vi si sente lontano. E poi i melomani sono in ogni parte d'Italia e del mondo.

Ce n'è bisogno, di musica?

Molto. La musica, parlo della classica, non è un mondo a parte. E la lirica è anche teatro, è emozione scenica, aiuta a capire a entrare in mondi nuovi. È più contemporanea di quanto si pensi. Il messaggio è attualissimo.

Altre idee?

La sinfonica. C'è la possibilità di inserire musicisti italiani accanto a quelli di area tedesca.

Conosce Bolzano?

Come no? Con l'Orchestra Haydn abbiamo una collaborazione che dura da anni. Sempre entusiasmante.

Esperienze a cui è più legata, a proposito dell'orchestra regionale?

Il concerto in Senato. L'ho diretta nel Natale del 2022. Una grande giornata.

A guardare gli ascolti, anche. C'è stato quasi un 19% di share...Bene.

Vuol dire che la buona musica richiama ancora il grande pubblico. Basta trovare il mezzo giusto. Ma poi ancora, sempre con la Haydn al Vittoriale, poi i concerti a Trento, al Santa Chiara, con Mozart.

Alcuni hanno osservato, leggendola tra i componenti della consulta: non è di qui, non conosce la nostra realtà

La musica non ha bisogno di passaporti o certificati di residenza. Una delle mie gioie è stata fare i corsi di educazione musicale con le scuole secondarie bolzanine - Non arrivo da Marte.

Si legge di lei: è una donna di destra.

Una donna sì. Di destra... Io non faccio politica e non sono un politico. Il mio ruolo è tecnico: dirigo dei musicisti come me. E mi ci getto ogni volta. Se posso parlare di impegno politico in senso pieno ecco, il mio impegno è sensibilizzare quanto più possibile la politica, quelli che la fanno per lavoro, nei confronti della musica.

Pensa quindi che il settore ne abbia bisogno?

Moltissimo. La classica, l'opera, negli ultimi decenni è stata tenuta un po' in sordina. Io ho imparato a conoscere i meccanismi delle amministrazioni, delle Regioni, dei governi e dunque della politica, comprendo gli equilibri dentro cui si muove.

Dunque?

Voglio lavorare perché si possa riequilibrare l'intero settore della cultura attraverso una maggiore attenzione al mondo musicale, alle orchestre, ai gruppi, alle stagioni liriche e sinfoniche. Ultimamente questo mondo ha perso un po' di terreno, sul piano della considerazione e dei finanziamenti, rispetto agli altri.

Qualcuno la contesta. A Palermo un paio di orchestrali, l'altro giorno una associazione di Nizza ha chiesto di annullare il suo concerto che è previsto in quella città a breve perché lei sarebbe una "neofascista". Sorpresa da queste accuse?

Ormai non più. Parlare di neofascismo nei confronti di una donna che dirige orchestre in ogni parte del mondo, che ama la musica da quando è nata, che non ha mai fatto politica è francamente strumentale. E di pessimo gusto. Capisco che sono una donna ma direi che basta. Certi attacchi si commentano da soli. 













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