È bufera sulla Artioli «Lo ha fatto per un posto»

Biancofiore: «Che vergogna». Urzì: «Sono rimasto l’unico di centrodestra» La consigliera si difende: «È un voto al presidente. Sulla giunta dirò no»



BOLZANO. Elena Artioli racconta di averci pensato tutta la notte e infine avere deciso. «Voterò per il presidente Arno Kompatscher. È stato scelto da oltre 80 mila cittadini. Chi sono io, con duemila preferenze, per oppormi?». E nel centrodestra italiano, quasi abbandonato dagli elettori, scoppia l’ennesimo putiferio con bordate di insulti contro la consigliera. «Vergogna», si ribellano Michaela Biancofiore, Enrico Lillo e Alessandro Bertoldi di Forza Italia. Alto Adige nel cuore parla di «spettacolo indecoroso». Inizia così la nuova legislatura provinciale che vede solo 5 italiani eletti: i due Pd Tommasini e Bizzo, Riccardo Dello Sbarba (Verdi), Artioli e Alessandro Urzì (Alto Adige nel cuore).

Capolista di Forza Alto Adige-Lega-Team A, Elena Artioli ha rotto i ponti da subito con Forza Italia, scegliendo solo Team A per il nome del gruppo e da questa posizione ieri ha votato Kompatscher. Artioli precisa subito dopo: «È un voto al presidente. La settimana prossima non potrò votare la giunta composta con il Pd».

«Non ho chiesto il suo voto», precisa Kompatscher. Artioli entra nella maggioranza? Gli indizi ieri puntavano su un eventuale assessorato regionale per Elena Artioli. Questa la risposta di Kompatscher: «Vediamo se ci saranno margini di collaborazione: non direi però nella compagine governativa». Michaela Biancofiore (deputata Forza Italia) torna a fare ammenda per avere candidato l’ex alleata Artioli: «Mi vergogno di avere avuto fiducia in una persona cui non sta a cuore né il centrodestra, né il gruppo italiano. Attendiamo di vedere cosa otterrà come contropartita. La Regione? Intanto il nostro interlocutore sarà Urzì». Enrico Lillo accusa Artioli di avere tradito gli elettori: «Il suo opportunismo e la sua scaltrezza hanno superato qualsiasi buon proposito di collaborazione. I nostri rapporti politici sono chiusi». Artioli replica: «Mi attaccano dal giorno dopo le elezioni. Cosa vogliono?». L’ex coordinatore Alessandro Bertoldi accusa: «Presa di posizione davvero poco limpida ed apparentemente priva di senso».

Urzì (ieri assente in aula per «gravi motivi personali »), si dichiara sbalordito: «Il popolo del centrodestra in ogni caso potrà, se lo vorrà, al di là delle sigle di appartenenza avere un riferimento in Consiglio. Sono a sua disposizione». Antonio Bova (Alto Adige nel cuore) aggiunge: «Prendiamo atto dell'atteggiamento contraddittorio della consigliera Artioli che, eletta in una lista dichiaratamente di centrodestra, appoggia un presidente designato da liste di centrosinistra, aprendosi in ottica trasformista e collaborazionista alla debole maggioranza Svp-Pd. Avrà i suoi interessi nel farlo». E si torna a parlare di giunta regionale. Le trattative sono avvitate sul braccio di ferro tra Pd di Trento e Bolzano per garantire metà legislatura a Roberto Bizzo. Oltre a questo, c’è il problema della presenza femminile. L’ex consigliera trentina Margherita Cogo (Pd) minaccia di impugnare la delibera, se la giunta verrà varata senza donne. La Svp ha già scelto Noggler e il ladino Mussner. Tra i litiganti Bizzo, Civico e Zeni potrebbe spuntarla Violetta Plotegher. O la Artioli? «È una soluzione che non abbiamo mai considerato, né lo faremo in futuro» taglia corto Italo Gilmozzi, coordinatore trentino del Pd.

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