È scomparso a 91 anni l’ex internato Leonardi

Nel 1943 venne fatto prigioniero dalla Wehrmacht al campo sportivo Druso L’ex commerciante ha ricordato quei giorni in un volume edito dall’Anpi


di Antonella Mattioli


BOLZANO. La mattina del 9 settembre 1943 il campo sportivo “Druso” e il greto del Talvera, all’altezza delle scuole, si riempirono di centinaia di militari italiani rastrellati dai soldati della Wehrmacht: tra questi c’era anche Orazio Leonardi, 18 anni bolzanino, che era stato richiamato due settimane prima e arruolato presso la caserma “Cadorna” di via Vittorio Veneto.

Leonardi è scomparso ieri all’età di 91 anni: lascia un’importante testimonianza di quei venti mesi terribili passati nel campo di Sandbostel, vicino ad Amburgo, come Imi (era la sigla con cui i tedeschi chiamavano gli internati militari italiani, ndr).

Lui, uno degli ultimi internati, aveva messo nero su bianco i suoi ricordi tre anni fa: «Sandbostel 1943. Anch’io ho detto no». Il libro è stato edito dall’Anpi e scritto assieme allo storico Giorgio Mezzalira, con la collaborazione di Mariella Fassardi.

«Ci siamo conosciuti per caso - ricorda Fassardi - alla biblioteca provinciale “Claudia augusta” in occasione di una Giornata della memoria e mi ha chiesto se gli davo una mano per la revisione linguistica. L’ho fatto volentieri, perché la storia di Orazio mi ricordava quella di mio padre Dionigi. Anche lui internato dai tedeschi vicino al campo di Mauthausen. È così che è nata una bella amicizia: sono andata anche l’altro pomeriggio in ospedale a dargli l’ultimo saluto».

Nei campi nazisti Leornadi era stato messo al lavoro coatto nella raffineria Rhenania Ossag della Shell.

«Alcuni mesi fa - racconta Valeria Trevisan, direttore della biblioteca “Claudia Augusta” - mi aveva inviato una mail, con una foto e una freccia che indicava proprio la raffineria dove aveva lavorato più di settant’anni fa. L’aveva trovata in internet. E sempre attraverso internet lo avevano conosciuto anche tanti studenti stranieri che gli scrivevano, per conoscere la sua storia. Ormai sono pochissimi coloro che possono raccontare. Ci teneva a mantenere viva la memoria di quegli anni con l’obiettivo di costruire legami di pace».

L’incubo nel campo di Sandbostel per Leonardi era finito il 5 agosto del ’45, rientrato in Italia aveva riabbracciato i familiari a Ronzone, dove erano sfollati.

Sarto, figlio d’arte, era molto conosciuto a Bolzano, perché per anni ha gestito una boutique di abbigliamento in corso Libertà.

Nel gennaio di 2010 era stato insignito della Medaglia d’onore conferita dalla presidenza della Repubblica. Lascia la moglie Lidia e la figlia Cristina.

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