BOLZANO. Street food, ma vegano. Kebab vegetariano con la maionese, ma sano. Il progetto Vegan Bike ideato da Manuel Biteznik è una sintesi di concetti che sembrano agli antipodi. È questo il segreto di un'idea che sta funzionando nelle varie piazze del centro città. Un piccolo tour giornaliero che lo porta a spostarsi ogni ora. Iniziativa che nasce da lontano, da una formazione che Biteznik ha proprio nel campo vegano. Non a caso è uno chef che tiene periodicamente corsi di cucina specializzata. «La bicicletta con cui mi muovo si sposa alla perfezione con la filosofia su cui poggia il concetto vegan. Con un mio amico che ha un'officina abbiamo studiato e sistemato il mezzo e in poco tempo eravamo pronti».

Tutti i giorni, dal lunedì al sabato, la Vegan Bike è dalle 11 in piazza Erbe, dalle 12 in via Grappoli, dalle 13 in via della Mostra, dalle 14 in via Goethe e dalle 15 in piazza Municipio. Oltre alle informazioni pratiche non suona come un paradosso abbinare il concetto vegan allo street food. «È un’altra barriera da abbattere. Io propongo degli hot dog con würstel vegetali che infilo dentro una piadina arrotolata: un classico dello street food, solo che questo è più salutare e leggero. Certo il gusto è differente».

Il confronto con la carne diventa quasi inevitabile. «Sì, ma è sbagliato. È un meccanismo errato. Quando si entra nell'ottica di non mangiare una copia della carne, ma qualcosa di diverso, allora si apprezza questo tipo di cucina. Intendiamoci, niente di elitario e niente di settario. Si può andare a mangiare vegano senza essere vegani tutti i giorni Un po’ come non serve essere giapponesi per mangiare sushi in qualche occasione». Ci vuole, però, una predisposizione quasi filosofica? «Non sempre. Quando lei mangia degli spaghetti con il sugo e il basilico oppure delle verdure grigliate sta consumando un piatto vegano». La sensibilità dei bolzanini, tuttavia, è ondivaga. «Abbiamo molti clienti, ma sono pochi quelli che si interessano anche alla filosofia vegana. In questo periodo sono soprattutto giovani. Non per un discorso salutista che, ovviamente, per questioni di età interessa meno, ma per quelle che sono le riflessioni animaliste ed ecologiste». (a.c.)