A Bolzano le slot sono tornate in 130 bar

Benetello (Confesercenti): "Il numero cresce di giorno in giorno. Chi non lo fa, chiude"


di Massimiliano Bona


BOLZANO. Le slot machine stanno lentamente tornando nei bar cittadini. Le sanzioni da 188 euro dei vigili annonari del Comune non hanno spaventato gli esercenti che hanno deciso di temporeggiare almeno fino a quando sulla questione si pronuncerà il Tar, a fine aprile. I ricorsi pendenti sono almeno cinque ma ci sono anche i venti che ha presentato Confesercenti in municipio per conto dei suoi associati.

L’obiettivo dichiarato è quello di prendere tempo e di ingolfare gli uffici comunali fino a quando la giustizia amministrativa non avrà preso una posizione definitiva. Nel frattempo sta cambiando, però, il vento in tutta la provincia. Non sono, infatti, solamente Bolzano e Bressanone ad adottare la linea dura. Da poco hanno iniziato a muoversi anche i Comuni della val Venosta, che a giorni dovrebbero far scattare i primi divieti. Le prime conferme in tal senso vengono dal sindaco di Curon Heinrich Noggler.

Le slot tornano nei bar. «Da venti giorni - spiega Mirco Benetello di Confesercenti - stiamo avvertendo chiari segnali di un ritorno delle macchinette nei bar cittadini. Sempre più associati ci chiamano per spiegarci che non ce la fanno ad arrivare a fine del mese e, senza slot, sarebbero costretti a mandare a casa uno, due o persino tre dipendenti. Da parte nostra non possiamo che fornire assistenza ma la decisione finale spetta ovviamente al singolo barista».

In città, se escludiamo circoli sportivi e ricreativi, ci sono circa 400 bar. Troppi per un capoluogo con poco più di 100 mila abitanti. Il che rende inevitabile una sorta di selezione naturale. E molti non ce la fanno più a sopravvivere senza le “macchinette” infernali. Che creano dipendenza e mandano in rovina decine di famiglie. «Dei circa 200 bar censiti dal Comune - prosegue Benetello - ora le hanno 120-130. Ma il numero è destinato a salire nelle prossime settimane. Almeno fino a quando sulla spinosa questione non si pronuncerà il Tar».

I ricorsi della Confesercenti al Comune sono stati presentati dall’avvocato Juri Andriollo. «Tecnicamente - spiega Benetello - sono richieste di audizione. Di fatto si tratta di azioni-tampone per congelare temporaneamente la situazione».

La periferia. Chi pensava che l’emergenza riguardasse solamente le grandi città, Bolzano e Bressanone in primis, si sbaglia di grosso. È di questi giorni, infatti, la notizia che anche in val Venosta diversi Comuni si sono mobilitati per far togliere le slot dai bar. La prima conferma in tal senso arriva dal sindaco di Curon Heinrich Noggler. «Ne abbiamo parlato in giunta e tutti sono parsi concordi sulla necessità di adottare provvedimenti concreti per impedire ai residenti di spendere i loro quattrini nelle macchinette che riempiono i bar. Non abbiamo ancora deciso quali misure concrete adottare ma si tratta solo di una questione di tempo. Saranno previste sanzioni. Ho sentito che anche altri centri venostani si sono attivati in tal senso».

L’indotto. Secondo Confesercenti la scelta di molti baristi bolzanini di rimettere le slot machine nei bar dipende anche dal calo dell’indotto legato all’uso delle macchinette.

«Chi giocava abitualmente - prosegue Benetello - consumava anche due o tre birre e contribuiva al reddito del barista. Oggi questo indotto legato all’azzardo è venuto a mancare e quindi il danno per i baristi coinvolti è doppio». Come sottolinea Benetello in questo periodo - con le slot che sono comunque ammesse nei tabacchini e nei luoghi ritenuti non sensibili (basti pensare ad alcuni bar della zona industriale) - non è diminuito il giro di affari ma a beneficiarne sono state solamente le sale giochi più grandi. «Queste ultime, oltre ad aumentare il numero di clienti, sono riuscite a fare più affari anche con l’indotto. Resta la tesi dei due pesi e delle due misure».

©RIPRODUZIONE RISERVATA













Altre notizie

Attualità