la storia

A Natale accolgono in casa mamma e bimba senzatetto 

Ogni anno Claudio e Maria, impegnati con Bozen Solidale, ospitano persone in difficoltà senza conoscerle: «Non è facile, non sai chi arriverà. Ma possono crearsi legami inaspettati»


Paolo Tagliente


BOLZANO. «Natale con i tuoi, Pasqua con chi vuoi» recita un vecchio detto. C’è qualcuno, però, che fortunatamente considera “sua” qualsiasi persona si trovi in difficoltà e bisognosa di aiuto. Partendo da questa semplice premessa, risulta più semplice capire la scelta di Claudio e Maria («niente cognomi perché ci sono anche altre persone che fanno ciò che facciamo noi e chiunque può farlo») che, ormai da qualche anno, in occasione del Natale, accolgono nella loro casa persone in difficoltà. Nei giorni scorsi, hanno ospitato una donna con una bambina. Una madre e una figlia senza una casa che, almeno per un po’, hanno potuto godere delle comodità di un alloggio caldo, ma soprattutto di quel calore umano che spesso latita nelle strutture di accoglienza.

«Non è la prima volta», spiegano, «Consigliamo a tutte e a tutti di fare questa esperienza. Esperienza con lati positivi e negativi. Uno dei lati positivi, oltre al fatto di permettere a persone in difficoltà di potersi lavare, dormire al caldo e ristorarsi per alcune ore, il coinvolgimento emotivo che riporta alle questioni basilari della vita».

Un’esperienza forte, coinvolgente e, inutile negarlo, non facile. «Siamo da tempo impegnati con Bozen Solidale – prosegue Claudio – e se ci sono emergenze, chi dà la propria disponibilità, può accogliere in casa queste persone. Non è semplice. Io e mia moglie ci prepariamo prima, ne parliamo, ci mettiamo d’accordo. Non sai mai chi arriverà, non lo conosci, ma devi essere preparato ad accogliere qualcuno che non hai mai visto prima, a casa tua, in un luogo così intimo».

Le difficoltà riguardano soprattutto gli aspetti emotivi. «Non è facile incontrare, conoscere e vivere con persone in difficoltà», spiega, «sentire le loro storie e le loro difficoltà, toccare con mano il loro dolore». Non di rado, però, questi momenti rappresentano ben più di una conoscenza occasionale, sono l’occasione per creare legami che, a distanza di tempo, portano a risultati spesso inattesi.

Anni fa, rivela Claudio, «abbiamo ospitato, per un paio di giorni, una ragazza africana. L’estate scorsa è venuta a trovarci e con sé aveva due bambini. Abbiamo conosciuto anche il marito, che ora ha trovato un lavoro, e siamo riusciti a trovare un appartamento per loro».

In un altro caso, continua, «abbiamo ospitato una coppia di nigeriani con i loro figli. Poco dopo essere stati con noi, si erano trasferiti a Roma perché qui sembravano non esserci possibilità. Successivamente, l’uomo è tornato in Alto Adige, è stato assunto in un’azienda e, a inizio dicembre, è riuscito anche a trovare un appartamento, così da poter far salire qui la sua famiglia e ricongiungersi con loro».

Non iniziative estemporanee di solidarietà, quindi, ma momenti cruciali in percorsi di vita e di impegno. Momenti in grado di alimentare una speranza, altrimenti destinata a spegnersi. E su questo fronte, Claudio e Maria non risparmiano parole di critica alla politica, alle istituzioni e alla stessa società in cui viviamo. «Il solstizio invernale nell’emisfero boreale – affermano – coincide con le festività natalizie. Nasce il nuovo periodo dell’anno dopo la progressiva riduzione dell’irraggiamento solare. In passato, ma purtroppo non solo, il periodo invernale era ed è un periodo difficoltoso per le persone. La rinascita del ciclo solare porta a una nuova speranza. Speranza che viene spesso distrutta da amministratori pubblici che per varie motivazioni antepongono gli interessi particolari al bene comune. Sostenuti da una parte della società che ha come punto di riferimento culturale l’egoismo e il cinismo».

©RIPRODUZIONE RISERVATA .













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