l’incontro 

Adan, l’Osservatorio disabilità chiede chiarezza alla Provincia

BOLZANO. La Provincia riflette ancora sulla morte di Adan, il tredicenne curdo iracheno malato di distrofia muscolare. L’Osservatorio disabilità, guidato dalla consigliera di parità Michela...



BOLZANO. La Provincia riflette ancora sulla morte di Adan, il tredicenne curdo iracheno malato di distrofia muscolare. L’Osservatorio disabilità, guidato dalla consigliera di parità Michela Morandini, ha incontrato ieri l’assessora Martha Stocker per confrontarsi sul caso del giovane profugo disabile, morto all’ospedale di Bolzano nella notte del 7 ottobre, e sui servizi di accoglienza ai migranti con disabilità.

Su richiesta di Michela Morandini, che presiede l’organo composto anche da Sascha Plangger, Julia Maria Binanzer, Martin Achmüller, Andreas Lanthaler, Marion Hartmann e Sergio Piccinelli, Martha Stocker ha spiegato che molto è ancora da chiarire sulle cause di morte del ragazzo e sui motivi e modalità che hanno portato la sua famiglia dalla Svezia all’Alto Adige. Seppure non approdata a strutture di accoglienza ufficiali, riferisce Martha Stocker, «la famiglia non ha mai dormito all’aperto». E l’assessora ribadisce che «la circolare provinciale sui criteri di accoglienza prevede anche casi eccezionali, come quello del ragazzo».

Nel corso del confronto, cui ha partecipato anche il referente del Comune di Bolzano per le problematiche dei disabili Ulrich Seitz, riferisce la nota, «è stato criticato il sensazionalismo mediatico legato al caso, e il fatto che molte delle critiche alla sua gestione venissero da associazioni rifiutatesi di essere coinvolte nel sistema di accoglienza». Stocker ha apprezzato che l’Osservatorio non avesse preso parte alla campagna mediatica, preferendo un confronto diretto.I componenti dell’Osservatorio hanno illustrato all’assessora le esigenze di assistenza sanitaria legate a una situazione come quella del giovane migrante e ad altre disabilità: per i profughi sordi, per esempio, manca l’assistenza di un’interprete. L’assessora ha chiarito che una volta riconosciuto il diritto d’asilo l’assistenza sanitaria è pari a quella dei cittadini locali, mentre da richiedenti asilo si ha comunque diritto a un’assistenza di base, che tutte le strutture di accoglienza sono prive di barriere architettoniche, che sta promuovendo la formazione di interpreti nella lingua dei segni, ora introvabili. Attualmente si registra un solo caso di richiedente asilo con disabilità psichica, seguita dai servizi sociali a Bressanone.

Un altro argomento della seduta di ieri è stata la valutazione degli esiti della audizione pubblica ospitata in consiglio provinciale il 27 ottobre scorso, e delle proposte elaborate in quella seduta: maggiore collaborazione tra pubblico e privato, adattamento delle postazioni, accompagnamento e lotta alle discriminazioni per quanto riguarda il lavoro; abbattimento delle barriere, servizi di trasporto individuale, nuovi modelli di assistenza in relazione alla mobilità; microstrutture, offerte per i genitori, garanzia di libera scelta in quanto a soluzioni abitative. Proprio l’abitare è stato scelto quale tema focus per il 2018: «Ci impegneremo inoltre», riferisce Morandini, «per fare conoscere l’Osservatorio al maggior numero di persone con disabilità, o impegnate nel settore».













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