il fenomeno

Alimenti ai figli, crescono i casi di ripetuta morosità

Dal 2003 ad oggi la cifra anticipata dalla Provincia è aumentata di dieci volte. Il direttore Asdi Elio Cirimbelli: «I padri morosi non sottovalutino i rischi che corrono»


di Mario Bertoldi


BOLZANO. «Il consiglio concreto che posso dare a tutti i padri morosi è in primo luogo di non sottovalutare assolutamente le prime lettere monitorie con cui la Provincia chiede il rimborso delle somme anticipate all’ex coniuge sulla base delle disposizioni fissate dal giudice in fase di separazione o divorzio». Chi parla è Elio Cirimbelli , direttore del Centro di mediazione familiare Asdi.

Il riferimento è all’applicazione della legge provinciale numero 15 del 3 ottobre 2003 che permette alla Provincia autonoma di Bolzano di intervenire in situazioni drammatiche per il mancato pagamento, da parte di coniugi separati, dell’assegno di mantenimento. E’ una legge essenzialmente a tutela dei minori. In caso di mancato rispetto delle disposizioni del giudice, l’ex coniuge in difficoltà può rivolgersi alla Provincia che anticipa le somme in questione ma poi, inevitabilmente, va a batter cassa a chi avrebbe dovuto pagare.

Il mancato versamento dei contributi di sostegno alla famiglia configura il reato di cui all'articolo 570 del codice penale che prevede una pena sino ad un anno di reclusione. Spesso a segnalare alla Procura situazioni ormai in conflitto con il codice penale è proprio l’amministrazione provinciale che non riesce ad ottenere i rimborsi dovuti. In passato sono state numerose le assoluzioni qualora il padre inadempiente abbia provato l'impossibilità materiale a far fronte al versamento, spesso per essere rimasto senza lavoro.

Ora però le maglie della giustizia sembrano essersi ristrette. I giudici stanno dimostrando di considerare il reato decisamente grave sotto il profilo sociale e quindi chi si trova a rispondere del mancato versamento degli alimenti pattuiti (e non dimostra un impedimento di forza maggiore) si trova a dover fare i conti anche con la mancata concessione della sospensione condizionale. Nell'ultima settimana sono state due le condanne a 20 giorni di reclusione senza condizionale (e con una multa di 140 euro). Dunque se la sentenza dovesse diventare definitiva , i padri morosi sarebbero costretti a fare istanza al tribunale di sorveglianza per cercare di essere ammessi ai servizi sociali in prova per non finire in carcere.

«Questi padri inadempienti vanno meglio informati - puntualizza il direttore Cirimbelli - devono sapere innanzitutto che in questo campo non esiste il “fai da te” ; se si trovano in difficoltà c’è la possibilità di chiedere la modifica delle condizioni di separazione; non devono fidarsi assolutamente di scritture private e non devono nemmeno sottovalutare i rischi che corrono».

Negli ultimi tempi i casi di mancato rispetto degli obblighi familiari sono aumentati sensibilmente. Nel 2003 quando fu approvata la legge la Provincia l’aveva finanziata con 224 mila euro. Nel 2016 so no stati necessari 2 milioni e 300 mila eurocon cui la Provincia ha sostenuto 634 famiglie e 981 minori. Sono cifre che parlano chiaro: i casi di mancato rispetto degli obblighi familiari sono in continuo aumento. La crisi ovviamente ha fatto e sta facendo la sua parte.

«I distretti sociali sono obbligati a segnalare in Procura l’inadempienza di un genitore - ricorda ancora il direttore Cirimbelli - e anche la Provincia in caso di mancata risposta alla richiesta di rimborso per le somme anticipate è poi costretta a rivolgersi alla magistratura. Ribadisco: nessuno sottovaluti la situazione. La Provincia accetta anche rimborsi rateizzati». Non affrontare la situazione per i propri obblighi porta solo ad una pericolosa moltiplicazione dei guai.













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