Alto Adige, il Cai chiede cartelli bilingui in montagna

Appello del presidente Broggi durante l'assemblea provinciale



BOLZANO. Segnaletica monolingue e gestione in scadenza dei 25 rifugi ex militari passati alla proprietà provinciale. Questo il 2010 del Cai, ieri in assemblea annuale: un problema ancora da risolvere, quello dei cartelli in tedesco installati da Avs e associazioni turistiche, e un attrito nuovo con la Provincia sulle concessioni in scadenza al Cai per gestire i rifugi ex Mde. I colloqui con Provincia e Avs per costruire un consorzio comune di gestione si sono irrigiditi di fronte alla richiesta: «Vendete il rifugio Bolzano».
 
Con la sua protesta, il Cai è stato tra i protagonisti questa estate del caso della segnaletica monolingue, sfociato nell’indagine della procura e nell’azione di richiamo del Commissariato del governo. I cartelli solo in tedesco, installati da Avs (ieri assente in sala) e alcune associazioni turistiche, sono ancora al loro posto, in attesa della conclusione dell’indagine e il presidente del Cai Giuseppe Broggi è tornato a ribadire la protesta ieri nell’assemblea che si è tenuta nella sede del gruppo protezione civile dell’Ana in via Volta: «Il Cai Alto Adige ha sempre sostenuto che tutte le indicazioni debbano essere bilingui e trilingui. Questo non solo per una questione di rispetto delle popolazioni che vivono nella Provincia autonoma di Bolzano, ma soprattutto per rispetto delle norme del Pacchetto, che regolano il problema della toponomastica». Attraverso il suo presidente il Cai ribadisce quindi: «Chiediamo il ripristino della toponomastica bilingue, che vengano rimesse sui cartelli le indicazioni dei rifugi gestiti dalle varie sezioni Cai in lingua italiana, che sono completamente spariti, e che vengano reinstallati cartelli di pericolo bilingui. Che non ci vengano a raccontare certi politici che questo modo di agire sia ripristinare la “storia”: questo per noi è solo creare tensioni etniche inutili. I problemi del mondo della montagna sono ben altri e più importanti».

 Recente è invece l’attrito che si è creato con la Provincia nelle trattative sui 25 rifugi ex militari ceduti alla proprietà provinciale nel 1999. Il Cai li avrà in gestione fino a fine anno: 13 sono oggi affidati a sezioni altoatesine del Cai, 12 a sezioni di altre regioni.

 Va dunque decisa la gestione futura. Nei mesi scorsi ci sono stati numerosi incontri, seguiti tra l’altro dal vicepresidente generale del Cai Vincenzo Torti e dal presidente della commissione rifugi del Cai Alto Adige Annibale Santini, da cui era scaturita l’impotesi di un consorzio unico di gestione tra Cai e Avs. Poi la Provincia ha prospettato l’intenzione di entrare a fare parte dell’ente gestore. Una scelta che darebbe una maggiore solidità alle aspettative di un finanziamento provinciale adeguato per la manutenzione straordinaria dei rifugi. Nei giorni scorsi è arrivata la sorpresa che ha gelato la trattativa. Broggi nella sua relazione non ha spiegato di cosa si tratti. Si è limitato a riferire che il presidente provinciale Luis Durnwalder ha posto una «pregiudiziale davvero molto pesante». Durnwalder avrebbe chiesto al Cai di vendere uno dei rifugi di sua proprietà, il «Bolzano» sullo Sciliar, tra i beni della sezione di Bolzano. Quel rifugio è stato costruito dall’Avs ed è considerato uno dei luoghi simbolici dei sudtirolesi appassionati di montagna. Ma il Cai non ha intenzione di vendere.

 Broggi nella relazione ha ricordato che «tanti anni fa l’Avs era stata risarcita dallo Stato italiano per i rifugi che le erano stati tolti durante il periodo bellico». Se la «pregiudiziale» dovesse fare saltare il tavolo delle trattative, annuncia Broggi, «la responsabilità non sarà nostra e ci vedremmo costretti a fine anno ad attendere le decisioni della Provincia e fare valere, dove riterremo necessario e opportuno, il nostro diritto di prelazione per il rinnovo delle concessioni che ci viene riconosciuto dalla legge». Ma la Provincia potrebbe sorpredere tutti. Così replica Durnwalder: «Con il Cai i rapporti sono buoni e ribadisco che il mio obiettivo è il comitato di gestione che coinvolga tutti. Ma se saltassero le trattative potremmo decidere di gestire in proprio i rifugi». Hano partecipato all’assemblea il sindaco Luigi Spagnolli e gli assesosri provinciali Christian Tommasini e Roberto Bizzo. Tommasini promette al Cai «l’appoggio di entrambi su toponomastica e rifugi.













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