«Alto Adige», il testo cambierà

Bolzano. Caso «Alto Adige», la Svp correggerà il testo della legge europea. Non c’è altro modo, ha chiarito il ministro delle Regioni Francesco Boccia, per uscire dal caos politico provocato dall’appr...



Bolzano. Caso «Alto Adige», la Svp correggerà il testo della legge europea. Non c’è altro modo, ha chiarito il ministro delle Regioni Francesco Boccia, per uscire dal caos politico provocato dall’approvazione dell’emendamento della Stf che ha sostituto «Alto Adige» e «altoatesino» con «provincia di Bolzano» (inteso come territorio, non come ente). «È vero che nella legge approvata il testo italiano e quello tedesco non corrispondono. Interverremo», annuncia l’Obmann Philipp Achammer, dopo la discussione di ieri nell’ufficio di presidenza. Vogliono chiudere il caso: «Non accettiamo che venga detto che abbiamo voluto provocare. Sulla toponomastica abbiamo sempre avuto una posizione moderata, di equilibrio tra i gruppi linguistici». Achammer non anticipa se il testo diventerà Provinz Bozen/provincia di Bolzano o Südtirol/Alto Adige. «Dobbiamo parlare anche con il nostro partner, la Lega». Propositi per il futuro: «Staremo più attenti». Ieri è tornato a parlare Francesco Boccia: «Se c'è una differenza, sono obbligato a impugnare e ho detto che mi auguro che la Provincia abbia gli strumenti per correggere in corsa questo aspetto, perché non è ammissibile e non è tollerabile. Lo dice la Costituzione stessa: le versioni, testo italiano e testo tedesco, devo essere identiche. Se si toglie Alto Adige e non si toglie Südtirol, la legge va impugnata. Sono stato chiaro e lo farò un minuto dopo averla ricevuta. Aspetto di capire se il nodo è solo la differenza tra la versione italiana e quella tedesca. Il presidente Kompatscher mi ha detto che la vicenda è di fatto sfuggita di mano nel confronto in Consiglio. Spero che prevalga il buon senso e spero che questa strumentalizzazione, che è figlia di una guerra ideologica tra la destra tedesca e la destra italiana finisca. Si chiama Regione Trentino-Alto Adige ed è bene che questo sia chiaro a tutti. Non mi va di perdere tempo su queste cose, se la Costituzione viene rispettata le norme passano. Se non viene rispettata, e i testi non sono uguali, perfettamente simmetrici, la legge verrà impugnata». Arno Kompatscher interviene: «Ho perso il conto delle telefonate che ho ricevuto dai media nazionali. Perché, nella confusione, abbiamo dovuto anche chiarire che l’”incidente” riguardava una sola legge e non comportava il cambiamento della denominazione ufficiale». Kompatscher prova a trarre una lezione positiva: «Nessuno della Svp aveva la minima intenzione di mettere mano al termine ufficiale “Alto Adige”, non potremmo nemmeno farlo. La lezione è che in futuro bisognerà stare più attenti. Le forze moderate dovrebbero discutere di come muoversi per evitare che si ripetano questi problemi». Da Roma il senatore Gianclaudio Bressa liquida la questione a modo suo: «Bisogna essere degli incoscienti assoluti per commettere un errore simile». Infatti in casa Svp lo scivolone ha fatto male. Karl Zeller, come vice Obmann, è gelido nella analisi (intervista sul Dolomiten): invita i colleghi di partito a non farsi coinvolgere dalle iniziative di Sven Knoll (Stf), definisce «una provocazione» cancellare «Alto Adige» nel testo italiano per lasciare Südtirol nel testo tedesco. «Se vogliamo rispetto», dice, «dobbiamo garantire rispetto». Avverte, Zeller, che il tutto potrebbe tramutarsi in un grottesco boomerang: «Per allineare i due testi, alla fine potrebbe finire cancellato Südtirol, sostituito con Provinz Bozen». No, questa ipotesi no, mette le mani avanti Alessandro Urzì (Alto Adige nel cuore), che annuncia un suo disegno di legge: «Sarà previsto il ripristino di “Alto Adige” e “altoatesini”. Se non verrà accordata la procedura d’urgenza, stiamo valutando l'opportunità di presentare alla Corte dei Conti un esposto per danno di immagine subito dall'Alto Adige». Il sindaco Renzo Caramaschi dice: «Deduco che in consiglio provinciale abbiano molto tempo a disposizione. Dovrebbero dargli un po’ più di lavoro. La Svp ha sbagliato a inseguire la destra. Ciò che hanno fatto è una stupidaggine, che non serve a nulla, se non a danneggiare il clima tra i gruppi linguistici». La deputata Michaela Biancofiore (Forza Italia) assicura il coinvolgimento dei colleghi. Il senatore forzista Maurizio Gasparri annuncia una mozione: «Del governo non ci fidiamo, meglio che si esprima il parlamento». Eva Klotz (Stf) arriva invece a dire che «l'Italia non è disposta a riconsiderare la criminalità culturale fascista». La segreteria del Pd, con Alessandro Huber e il consigliere Sandro Repetto lancia invece una lettura: «Sembra che Kompatscher sia caduto in un trappolone mediatico, non difeso dal suo partito per fargli perdere autorevolezza nei confronti del governo». Il Team Köllensperger aveva votato a favore in commissione per astenersi in aula: «No alle provocazioni, sì ai temi concreti». Noi per l’Alto Adige raccoglierà le firme per un referendum abrogativo. FR.G.

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