Ammassi di rifiuti in via Cagliari, cittadini esasperati

BOLZANO. In via Cagliari gli inquilini dei condomini Ipes sono ormai esacerbati dalla situazione che affligge la loro isola ecologica: ormai da un anno, un anno e mezzo i residenti di via Udine...



BOLZANO. In via Cagliari gli inquilini dei condomini Ipes sono ormai esacerbati dalla situazione che affligge la loro isola ecologica: ormai da un anno, un anno e mezzo i residenti di via Udine lascerebbero i sacchetti dell’immondizia a ridosso dei bidoni di via Cagliari perché meno distanti di quelli di loro spettanza – posti di fronte all’entrata della scuola elementare Don Bosco, circa a metà della via, ma comunque meno “appetibili” rispetto a quelli a 50 metri dal pub di via Cagliari.

Così, con l’estate, le esalazioni dell’immondizia lasciata sotto il sole impongono ad alcuni residenti di tenere ben chiuse le finestre, mentre lo sdegno cresce. Se ne fa portavoce Michael Sini, consigliere di circoscrizione del quartiere Don Bosco: «Prima i bidoni erano nei cortili del complesso Ipes di via Cagliari, poi sono stati messi sui marciapiedi di via Cagliari e di via Udine. I maleducati non sono soltanto i residenti di quest’ultima, ma anche le ditte che scaricano qui impunemente cumuli di macerie. L’anno scorso avevo presentato una mozione per l’installazione di una recinzione e di una telecamera, ma il consiglio di circoscrizione l’ha bocciata. L’Ipes riteneva che la recinzione fosse una buona idea e aveva quindi promesso di metterne una, cosa che poi non ha fatto perché nel frattempo il Comune aveva installato una fototrappola. Fototrappola durata un mese e mezzo, dicono per vandalismi. La Seab intanto se ne tira fuori, visto che la questione è di pertinenza dell’Ipes. E quest’ultima ha proposto, senza consultare i condomini, che il numero di svuotamenti fosse raddoppiato. Ora di svuotamento ne fanno uno solo, il lunedì, e farne due la settimana significherebbe una maggiore spesa per i condomini. A questo punto chiediamo dei compattatori, come a Laives, o almeno una recinzione. Siamo stanchi di vedere le pantegane “giocare” nel campetto dove i nostri figli passano le giornate».













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