Anziano e malato, ma la visita è nel 2021 

La denuncia della figlia. «Tra due anni mio padre potrebbe non esserci più». Il racconto del dramma vissuto per un anno a seguito di un ictus  L’anziano, che ha 85 anni, ha contratto una terribile setticemia durante il ricovero di 38 giorni. Lo ha salvato un infettologo pagato privatamente


Mario Bertoldi


Bolzano. È stato ricoverato d’urgenza il primo maggio dell’anno scorso nel reparto di medicina dell’ospedale di Bolzano a seguito di un ictus che lo ha risparmiato. Dopo 38 giorni di cure ha potuto fare ritorno a casa in attesa di affrontare una terapia di recupero per la piena funzionalità di tutti gli organi che in qualche maniera avevano risentito della situazione.

In realtà tre giorni dopo il paziente e la sua famiglia hanno dovuto affrontare un vero e proprio viaggio all’inferno che ancora non si concluso. E’ il racconto drammatico della figlia bolzanina di un paziente di 85 anni che proprio durante il periodo di degenza in ospedale ha contratto un’infezione batterica sfociata in una terribile setticemia. Dopo un anno di sofferenze con febbre altissima ed organi vitali intaccati a catena, l’uomo ha potuto far ritorno a casa dopo tre ricadute perché i batteri sono sempre più multiresistenti ed il ricorso classico agli anti biotici sempre più spesso si rivela insufficiente. Il racconto della figlia (che si è rivolta al nostro giornale per denunciare lo stato di disperazione che certe situazioni provocano), risente ovviamente dell’esperienza vissuta, con un’amara considerazione finale: l’assistenza sanitaria ospedaliera in Alto Adige non è più in grado di garantire il servizio necessario. Se l’anziano paziente è ancora vivo lo deve all’intraprendenza proprio della figlia che ha speso circa dieci mila euro per ottenere cure specialistiche private che l’ospedale di Bolzano non era in grado di fornire. «Un paziente di 85 anni è solo un numero - racconta la figlia - e quando si chiede di fare tutto il possibile ti senti rispondere che non c’è spazio all’accanimento terapeutico e un paziente di 85 anni la sua vita se l’è fatta....» La figlia però non si è mai rassegnata, si è rivolta ad un infettologo specializzato di Verona, ha pagato di tasca propria antibiotici mirati e la battagli alla fine è stata vinta dopo un anno di pene e passioni. Uscito dal tunnel della setticemia il paziente ha chiesto di avviare le cure riabilitative per i postumi dell’ictus perché a seguito dell’assenza di cure specifiche la situazione generale del paziente è peggiorata: non cammina più, si urina addosso, non è più in grado di deglutire. E qui è giunta un’altra amara sorpresa. Sempre alla figlia (una combattiva donna cinquantenne) il sistema ospedaliero bolzanino ha indicato la disponibilità per una visita fisiatrica (che consente di accertare la natura di disturbi a carico di muscoli, tendini, articolazioni, che possono insorgere per la presenza di patologie acute o croniche) nella migliore delle ipotesi l’anno prossimo, nella peggiore nel 2021. In sostanza la dottoressa dell’ospedale a cui la donna si è rivolta per sua padre non ha ritenuto di dover indicare sull’impegnativa per la visita alcuna priorità. «Non so nemmeno se mio padre nel 2021 sarà ancora vivo. Ma si può? Non sono riuscita a ottenere nulla. Ho cercato inutilmente di parlarne col primario e di spiegare la gravità della situazione, ma è stato tutto inutile».

©RIPRODUZIONE RISERVATA.













Altre notizie

l’editoriale

L’Alto Adige di oggi e di domani

Il nuovo direttore del quotidiano "Alto Adige" saluta i lettori con questo intervento, oggi pubblicato in prima pagina (foto DLife)


di Mirco Marchiodi
la promessa

Kompatscher: «Adesso basta: stop a case costruite per i turisti» 

L’emergenza abitativa. La risposta del governatore ai sindacati: «Gli alloggi nelle nuove aree convenzionate solo per residenti stabili». I rappresentanti dei lavoratori: «La zona di ponte Roma resti produttiva». Il sindaco: «Bisogna ampliarsi nei centri limitrofi»


antonella mattioli

Attualità