“Areale Fs, la città cambierà volto” 

Comune. Questa sera, prima alle commissioni e poi in consiglio comunale, l’architetto Desideri illustrerà il megaprogetto firmato con Podrecca «Sarà il primo esempio di rigenerazione urbana a livello nazionale, perché in genere queste cose si fanno all’estero, mai purtroppo in Italia»


antonella mattioli


Bolzano. «Io ci ho sempre creduto: questa è un’operazione unica a livello nazionale. Sia per quanto riguarda le dimensioni che per il tipo di intervento. È un esempio di rigenerazione urbana di quelle che si vedono, con un pizzico d’invidia, sulle riviste di architettura, perché vengono fatte all’estero. Stavolta tocca a Bolzano che dimostra di avere una visione per quello che sarà lo sviluppo futuro». L’architetto Paolo Desideri - co-autore assieme all’architetto Boris Podrecca del progetto che ha vinto il concorso internazionale per l’areale ferroviario di Bolzano - oggi sarà in Municipio a Bolzano per una giornata intensa: prima l’illustrazione alle commissioni, poi al consiglio comunale dove risponderà alle domande e alle perplessità dei consiglieri su un’operazione da oltre un miliardo di euro, partita nel 2006.

Tredici anni dopo, entro il mese si dovrebbe arrivare all’approvazione in consiglio comunale della delibera che contiene l’accordo di programma sottoscritto da Comune, Provincia e Ferrovie. L’espansione del capoluogo, dopo che per anni è stata oltre via Resia (Firmian, Casanova e in fase di costruzione Druso est, ndr) nei prossimi anni sarà lì dove oggi ci sono i binari della ferrovia. Tanto che proprio nell’ultima seduta la giunta, su proposta del vicesindaco Luis Walcher, ha bocciato la richiesta dell’Ipes di fare una variante al Puc, per trasformare seimila metri di frutteto in un’area per l’edilizia pubblica.

Il progetto

«scelta giustissima - commenta l’architetto desideri -: a due passi da piazza walther ci sono 35 ettari che attendono solo di essere “rigenerati”. è un operazione fantastica: sia per quanto riguarda l’aspetto urbanistico che ferroviario».

Nel 2020-2021 si prevede l’avvio del mega-cantiere.

«si partirà con lo spostamento dei binari: il nuovo tracciato che abbiamo individuato assieme a boris podrecca è esattamente quello che si andrà a realizzare. sarà la fase più complessa, perché ovviamente si dovrà lavorare e contemporaneamente garantire il passaggio dei treni».

Si spostano i binari, mentre la stazione non si tocca.

«bolzanini e viaggiatori continueranno ad entrare ed uscire dall’edificio storico, dove rimarrà anche la biglietteria. mentre tutti gli altri servizi saranno realizzati su una sorta di piattaforma ricavata nel piano interrato. da lì si potranno raggiungere i nuovi binari. l’operazione prevede anche la costruzione di una nuova stazione dei bus urbani ed extra-urbani che si sposterà da via renon (l’attuale stazione è provvisoria, ndr) vicino alla stazione fs. facilmente raggiungibile a questo punto sia con l’autobus che con la macchina. visto che all’interno dell’areale è prevista la costruzione di un mega garage sotterraneo».

Una volta liberata dai binari, la grande area sarà pronta per essere ridisegnata: «sorgeranno case, uffici, scuole, due alberghi, un centro culturale, una piscina coperta da 50 metri. uno dei punti forti della riqualificazione è rappresentato dalla “bretella” verde prevista sull’attuale tracciato dei binari».

L’investitore unico

Pochi dubbi, se non addirittura nessuno, sul fatto che si tratti di un’operazione urbanisticamente virtuosa dal momento che si va a riqualificare un’area a ridosso del centro storico e si costruisce senza consumare nuove aree verdi. le perplessità - ed è il motivo per cui si è dimesso l’ex vicesindaco christoph baur - riguardano la decisione, concordata tra comune, provincia, ferrovie, di affidare con un bando ad un unico grande investitore l’intera operazione. ma su questo anche l’architetti desideri non ha dubbi: «non si può fare diversamente: l’affidare ad unico concessionario l’operazione che lo obbliga a metterci i soldi per spostare innanzitutto i binari e realizzare tutte le nuove infrastrutture è la garanzia che questa grande operazione alla fine si farà».













Altre notizie

Attualità