Asili nido, liste d’attesa per 4 strutture

Mancano posti in viale Venezia, via Gaismair, vicolo Lageder e vicolo S.Giovanni. Il costo massimo è di 360 euro al mese


di Massimiliano Bona


BOLZANO. Nell’ultimo anno l’Assb - l’Azienda servizi sociali - ha tagliato il cosiddetto “overbooking” (ovvero la possibilità di ampliare la normale capienza degli asili nido con una deroga fino ad un massimo del 15%) e questo, per Bolzano, si è tradotto in un calo secco dei posti disponibili da 542 a 494. Inevitabili le ripercussioni in diversi quartieri, con oltre trenta famiglie in lista d’attesa in via Gaismair, viale Venezia, Vicolo Lageder e Vicolo San Giovanni. A patire, dunque, è soprattutto il centro, mentre dopo anni tribolati la situazione si è normalizzata tanto a Don Bosco (compresi Casanova e Firmian) quanto ad Oltrisarco. «Rispetto ad alcuni anni fa - spiega Licia Manzardo, direttrice dell’Ufficio servizi alla famiglia dell’Assb - quando ai bolzanini bastava trovare un posto al nido, poco importa dove, oggi c’è chi vuole iscrivere il proprio figlio solo alla struttura sotto casa e questo, per ovvie ragioni, non sempre è possibile». A Don Bosco e Oltrisarco, ad esempio, grazie al potenziamento dell’offerta ci sono ancora posti liberi, ma sono poche le famiglie a voler fare avanti e indietro dal Centro. «Chi non ha trovato posto - prosegue Manzardo - ha preferito rivolgersi al cosiddetto privato-sociale, settore in ascesa, di cui non abbiamo i numeri e che viene finanziato da un altro assessorato».

Quattro le opzioni offerte alle famiglie negli asili nido, dove la retta massima mensile è di 360 euro: fino alle 15.30 (la soluzione più gettonata), solo mattina, solo pomeriggio, orario prolungato fino alle 18 (da 0.90 a 3.65 euro per ogni ora aggiuntiva dopo le 15.30).

In parallelo, sempre per la fascia 0-3 anni, viene offerto un servizio più flessibile, nelle microstrutture. «Sono dieci e offrono altri 165 posti. Qui si paga in base alle ore di frequenza da un minimo di 0,90 centesimi fino a 3,65 centesimi».

Microstrutture aziendali: nuove regole. Via libera della Provincia ai nuovi criteri per il finanziamento delle microstrutture aziendali. In base alla delibera di ottobre, nel caso in cui le varie strutture non siano sufficientemente utilizzate dalle aziende stesse i gestori possono mettere a disposizione dei Comuni parte dei posti disponibili. La maggior parte dei posti dovrà comunque essere cofinanziata da parte delle aziende nelle quali lavorano i genitori. In base alla nuova regolamentazione, circa un terzo dei costi di assistenza tocca ai Comuni, un terzo della Provincia ed il resto dovrà essere pagato dalle famiglie sulla base della dichiarazione unificata di reddito e patrimonio (Durp). Nel caso in cui i posti vengano utilizzati dai Comuni valgono le stesse regole adottate per le microstrutture pubbliche, ovvero un importo che, in base all'Isee familiare, va da 90 centesimi a 3,65 euro l'ora, mentre il resto è a carico di Provincia e Comune. Le aziende che investono nelle microstrutture per l’accoglienza dei figli dei dipendenti ottengono un’agevolazione fiscale. Si tratta di misure meno burocratiche rispetto a quelle che prevedono di assegnare ai dipendenti dei voucher per frequentare microstrutture esterne.

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