Attentato al treno Contestata la finalità terroristica eversiva
BOLZANO. Svolta nell’inchiesta sull’attentato incendiario al locomotore del convoglio dell’alta velocità (Frecciargento) alla stazione ferroviaria di Bolzano. La Procura distrettuale antimafia di...
BOLZANO. Svolta nell’inchiesta sull’attentato incendiario al locomotore del convoglio dell’alta velocità (Frecciargento) alla stazione ferroviaria di Bolzano. La Procura distrettuale antimafia di Trento ha aperto un procedimento per «attentato con finalità terroristiche o di eversione» (art. 280 codice penale). Con questa ipotesi accusatoria la competenza spetta alla Dda di Trento. L’indagine avviata a Bolzano per «danneggiamento con pericolo di incendio» è stata accorpata a quella di Trento. Sarebbe stato poco razionale procedere con due inchieste separate. La Procura distrettuale ha deciso di contestare finalità di terrorismo in quanto il “modus operandi” presenterebbe analogie con un altro attentato avvenuto in ambito ferroviario a Venezia nel febbraio scorso. In quel caso gli attentatori cercarono di incendiare i cavi dell’alimentazione elettrica per le linee ferroviarie Mestre-Padova, anche dell’alta velocità. Evidenti analogie sono emerse nella tecnica utilizzata. Come a Bolzano gli attentatori utilizzarono delle bottiglie di plastica colme di benzina e l’innesco (che non funzionò) venne progettato con alcune confezioni di diavolina (come a Bolzano). Se a Bolzano il piano è fallito per l’anticipato spegnimento di quattro stelle filanti natalizie, a Venezia fu uno zampirone avvolto nella carta (solitamente utilizzato per eliminare le zanzare) a risultare insufficiente a generare la scintilla decisiva. In entrambi gli episodi, comunque, gli ordigni sono risultati artigianali e progettati con l’utilizzazione di materiale comune. Gli inquirenti attribuirono l’attentato di Venezia agli ambienti anarco insurrezionalisti del movimento «No Tav» anche se non vi furono (come a Bolzano) rivendicazioni.©RIPRODUZIONE RISERVATA