Aumentano gli appartamenti all’asta

Le famiglie in difficoltà per la crisi non riescono più a pagare il mutuo per la casa. In aumento anche i fallimenti aziendali


di Susanna Petrone


BOLZANO. Aumenta drasticamente il numero di famiglie che non hanno più i soldi per pagare il mutuo casa. Di conseguenza, aumenta il numero di immobili venduti all’asta. La conferma arriva dallo stesso tribunale, dove il giudice Francesca Bortolotti, quotidianamente, lavora sulle istanze di fallimento presentate da imprenditori e commercianti.

La crisi ha raggiunto anche l’Alto Adige in maniera evidente. La provincia di Bolzano sembrava una sorta di “isola felice”. Ma i tempi sono cambiati. Anche qui si perde il lavoro o si va in cassa integrazione. Anche qui ci sono famiglie che non hanno più la possibilità di pagare 800, 900, 1.000 euro di mutuo al mese. E il loro sogno svanisce il giorno dell’asta, quando il loro immobile viene venduto a prezzi stracciati.

I mutui. Alberto Boscarolli, presidente dell’Associazione “Proprietà edilizia”, conferma che la situazione economica è sempre più difficile per molte famiglie bolzanine: «Sappiamo tutti come stanno andando le cose. La banca ti dà il mutuo. Ma appena non paghi tre rate, l’immobile va all’asta. Sappiamo che succede ed effettivamente c’è stata un’impennata in questi ultimi tempi. La situazione è drammatica. Sono immobili che vengono venduti ad un valore minore di quello che hanno. L’asta riduce il valore dell’immobile, perché non c’è una trattativa. Se poi non viene venduto alla prima asta, allora il viene ridotto ulteriormente. Stiamo parlando di una situazione di rilievo. Questi casi vanno attribuiti alla situazione economica di questo momento. Ci sono persone che hanno perso il lavoro o sono cassa integrazione e quindi non riescono più a pagare il mutuo. Per chi, invece, ha uno stipendio fisso e ha fatto i calcoli giusti sin dall’inizio, il rischia è minimo». Il dato del primo semestre ancora non è disponibile, ma il giudice Bortolotti conferma una situazione in drammatica crescita.

I fallimenti. Le aste immobiliari sono strettamente legate al fallimento di aziende. Perché se fino a qualche anno fa erano piccole ditte a chiudere, oggi sono le grosse imprese a preoccupare. E più sono grandi le aziende che falliscono, più persone rimangono senza stipendio. Spiega il giudice Francesca Bortolotti: «Già l’anno scorso abbiamo notato che a presentare istanza di fallimento erano imprenditori e proprietari di aziende importanti, con molti dipendenti. Ricordiamo la Frilo, l’InvestmentBau etc. Tutte ditte che avevano molto personale, rimasto senza lavoro». E molti di questi dipendenti, hanno perso a loro volta all’asta l’appartamento nel quale vivevano e per cui pagavano il mutuo.

I dati. Se si osservano le istanze presentate e le aziende già fallite nei primi mesi di quest’anno, si nota un’ascesa preoccupante. Nel 2008 sono state presentate 107 istanze e 71 sono le aziende dichiarate fallite; nel 2009 le istanze presentate sono state 174 (74 le ditte fallite); nel 2010 il numero scende: 134 le istanze presentate e 60 le aziende dichiarate fallite. L’anno scorso le istanze aumentano di nuovo: 154 con 59 aziende fallite. Solo nei primi mesi del 2012 il tribunale ha registrato cento istanze presentate, 49 le aziende già dichiarate fallite. «Il 2009 sembra essere stato l’anno più difficile - ribadisce Bortolotti -, ma in realtà abbiamo controllato: si trattava di piccole imprese, composte da due, tre dipendenti al massimo. Da un anno e mezzo la situazione è drasticamente cambiata. Il settore è l’edilizia».

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