Autisti Sad contro Vettori: «Basta turni da dodici ore»

Cgil, Cisl, Uil, Asgb e Orsa: «La Sad organizzi meglio i turni, così non si va avanti» Sindacati pronti a nuovi scioperi da gennaio: «Stop alle pause non retribuite»


di Davide Pasquali


BOLZANO. I sindacati altoatesini del trasporto pubblico, uniti e compatti, contrattaccano alla durissima presa di posizione espressa dal direttore di Sad Mariano Claudio Vettori a seguito dello sciopero di lunedì scorso. Hanno elaborato un documento condiviso con le richieste che verranno inoltrate a Sad e Provincia. In attesa che venga fissato un calendario di appuntamenti, richiesto da settimane, ma mai arrivato.

Le segreterie dei sindacati di trasporto di Cgil, Cisl, Uil, Asgb e Orsa intervengono sulle questioni aperte del trasporto pubblico locale e in particolare sulla produttività degli autisti. «Ci teniamo a fare chiarezza - hanno ribadito ieri i sindacalisti - spiegando che gli autisti della Sad hanno orari di lavoro lunghissimi, anche superiori a 12 ore al giorno, con corse sparse, spesso poi tra una corsa e l’altra hanno pause di anche due o tre ore, non retribuite, e a volte anche in zone sperdute, quindi senza saletta autista e servizi. Non si può assolutamente affermare che lavorano meno del resto d’Italia, anzi. È vero il contrario». Da tempo le segreterie sindacali, assieme ai rappresentanti dei lavoratori, sono impegnate ad ottenere migliorie per i turni e hanno chiesto alla Sad la diminuzione degli orari di lavoro a nove ore, eliminando le pause non retribuite, che, secondo i sindacati, creano disagi ai lavoratori e d’altra parte non garantiscono nemmeno una maggiore produttività all’azienda.

Sulle gare europee, previste per il settore gomma entro il 2018, i sindacati hanno ricordato che il nuovo contratto collettivo di lavoro del settore viene approvato con referendum, che si tiene proprio in questi giorni, e include una maggiore tutela dei lavoratori anche in caso di gara. Le cosiddette clausole sociali prevedono, infatti, un passaggio sicuro da un’azienda all’altra senza perdere i diritti acquisiti; come retribuzione, scatti di anzianità eccetera. Anche nella nuova legge provinciale sulla mobilità, approvata a novembre ed entrata in vigore proprio in questi giorni, è stata inserita un’ulteriore tutela “sociale”.

«Conosciamo i rischi che i lavoratori potrebbero correre in caso di cambio d’appalto - hanno affermato i sindacalisti - e ci siamo attrezzati in tempo per vedere tutelati i posti di lavoro anche nei trasporti».

Le categorie dei trasporti sono fiduciose che il referendum si concluda con esito positivo. «Il contratto collettivo rispecchia in pieno la situazione di crisi che il settore sta attraversando a livello nazionale, in quanto non viene rinnovato da quasi otto anni e necessita di un urgente rinnovo. Sarà la base per le future trattative. Ci auguriamo che venga affrontato con serietà e sobrietà. I problemi dei lavoratori sono tanti, e devono trovare soluzioni concrete», hanno concluso.

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