Auto, immatricolazioni in calo del 20%

Crollo su tutte le fasce, le più colpite sono le piccole cilindrate. I Suv ormai si vendono solo se sono diesel



BOLZANO. L’istantanea sullo stato dell’arte del mercato automobilistico altoatesino restituisce un’immagine sbiadita della crisi che già da mesi rimbalza su tutte le statistiche del Paese. Vendite medie in calo del 20% rispetto al già magro 2011, e una prospettiva di ancora un anno di traversata del deserto. Ascoltando le concessionarie delle maggiori case automobilistiche, questo risultato si deve a un mix di recessione e interventi governativi che configurano una sorta di labirinto dentro il quale per muoversi bisogna avere un’azienda in perfetta salute finanziaria e un management preparato alla sfida. La scommessa di superare il guado, in questo senso, la vinceranno i migliori, e c’è già chi prevede un terzo delle concessionarie in chiusura o fallimento entro sei mesi. Il meno 20% è comunque un dato confortante, perché ben al di sopra della media di perdita del 24% nazionale, a riprova, se mai ce ne fosse stato il bisogno, che l’economia altoatesina reagisce meglio di quella di altre regioni.

Il calo si nota su tutti i segmenti, in maniera leggermente più pronunciata nella fascia di piccola cilindrata. Le auto di lusso sono invece oggetto di downsizing, cioè dall’ammiraglia si passa a quella di categoria immediatamente inferiore. Incide più di qualunque altro il fattore superbollo sulle auto di grossa cilindrata, che in certi casi arriva a costare 5 mila euro l’anno. Il core business delle concessionarie era e rimane comunque il segmento delle medie, tra i 25 e i 40 mila euro, mentre per i Suv si vende ormai solo il diesel. Le reazioni a questa situazione si misurano sul piano degli investimenti. Il tempo di attesa per il rilancio del mercato infatti non è destinato, almeno per i big, a chiudere l’azienda in freezer, ma a farla crescere. Così si assiste a importanti investimenti sul marchio Volkswagen da parte della Autobrenner e al mega salone appena aperto in via Lancia per la vendita di Audi. "Questo è un buon momento per investire – spiega il direttore Helmuth Raffeiner – se non si pensa in positivo è meglio lasciar perdere questo mestiere". La nuova apertura, del valore di alcuni milioni di euro, è arrivata a Bolzano con la In-Car, già presente a Marlengo. "Contiamo sulla ripresa del marchio su tutta la provincia – afferma Raffeiner – dopo due anni di assenza sulla piazza ci aspettiamo di accelerare sulle vendite con un po’ d’anticipo". Nel futuro c’è ancora un allargamento alla Pusteria, "stiamo pensando a Brunico". L’operazione Audi, in fase di lancio per il mese di settembre, a regime produrrà una trentina di posti di lavoro in più, "stiamo ancora alla ricerca di personale specializzato per vendite, officina e magazzino". Sulla stessa linea si muove la strategia di Auto Ikaro per il marchio Bmw, che si appresta a ingrandire il business con l’apertura del servizio carrozzeria. "Investire in questo momento è il modo migliore per prepararsi al rilancio – spiega l’ad Paolo Pietriccione – ma è evidente che per farlo l’azienda deve essere in salute e solvente, altrimenti si aggiunge debito al debito e si sprofonda". Il mercato, in ogni caso, non sarà mai più lo stesso di tre anni fa, ragiona Pietriccione, "l’epoca d’oro è terminata, e quello che serve ora è riassestare l’azienda su una nuova visione del mercato auto: la sfida futura sta nel trasformare il concessionario in una centrale di servizi al cliente: dalla consulenza finanziaria a quella assicurativa, passando per la manutenzione a tutto tondo del mezzo, in cui la vendita del veicolo sarà solo una parte del business". Soluzione già in atto per il marchio Fiat di Brasolin, "il fatturato si salva solo diversificando i servizi, ma il futuro resta comunque fosco, non ci sono più abbastanza auto da vendere, molti chiuderanno". (r.v.)

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