Blitz al casello A22 di Egna contro il bracconaggio

Operazione congiunta della forestale, regionale e bresciana, e dei carabinieri Sequestrati 18 nidiacei di turdidi e anche l’auto nel quale erano stati nascosti



EGNA. Sta assumendo un peso preoccupante, in termini di criminalità, e di percentuale in questo senso, il ruolo assunto dal bracconaggio e soprattutto dall’uccellagione, in questo ambito. Sta assumendo un preso preoccupante, ma le risposte sono pronte, grazie all’attenzione e al pronto intervento da parte delle forze dell’ordine, e in questo caso specifico, grazie all’ottimo lavoro svolto dai carabinieri della stazione di Egna e dai distaccamenti da loro coordinati. Così l’altro giorno grazie all’intervento coordinato del Corpo forestale di Bolzano, di Trento e di quello Statale del distaccamento lombardo di Brescia, con il coordinamento appunto dei carabinieri di Egna e Ora, a poca distanza dal casello autostradale di Egna è stata portata a termine con esito positivo un’operazione antibracconaggio. Così sono stati salvati 18 nidiacei di turdidi, famiglia di uccelli dell’ordine dei passeriformi, contenuti nei 6 nidi che sono stati sequestrati, insieme a un binocolo, a diversi specchietti con aste per verificare la presenza di nidiacei sugli alberi, diversi coltelli, e ancora pastone per il nutrimento e infine anche all’autovettura con la quale è stato commesso il reato.

In particolare i bracconieri, stando attenti a non farsi vedere, erano riusciti a impossessarsi dei nidi dei nidiacei e li tenevano nascosti nel bagagliaio dell’auto, sottoponendoli oltretutto a maltrattamenti. Ma per loro l’illusione di porare a termine il piano criminoso, durava poco: infatti le forze dell’ordine, e in particolare le guardie forestali, in collaborazione con i carabinieri, dopo lunghe ricerche e soprattutto al termine di dettagliati sopralluoghi e di attenti appostamenti, sono riusciti a individuare e quindi a intercettare i bracconieri, che sono stati quindi denunciati per bracconaggio e maltrattamento di animali.

Al termine dell’operazione, appunto finalizzata e quindi resa nota l’altro giorno, i nidiacei, come ha quindi specificato il direttore della Ripartizione foreste della Provincia, Paul Profanter, sono stati posti al sicuro, portati al Centro recupero avifauna dell’ente provinciale altoatesino.

Questi uccelli vengono utilizzati come richiami vivi per la caccia al tordo bottaccio, in varie zone del nord Italia e possono avere un valore sul mercato nero di molte centinaia di euro. Per questo sono ricercati da criminali specializzati e bracconieri, e quella portata a termine con successo l’altro giorno è solo l'ultima di una decina di operazioni antibracconaggio eseguite in Alto Adige con esito positivo, con la denuncia dei responsabili per bracconaggio e maltrattamento di animali.(al.sc.)

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