Bolzano, famiglia sinta vittima di attentato
La denuncia di Radames Gabrielli (Nevo Drom): roulotte incendiate e un giovane ferito da un fucile da caccia
BOLZANO. La notte tra il primo e il 2 di gennaio circa all’una e mezzo la famiglia di Costantino Cari, una famiglia Sinta che alloggiava in due roulotte parcheggiate su un terreno agricolo a Lonato in provincia di Brescia, è stata vittima di un attentato. Lo racconta Radames Gabrielli, dell’associazione bolzanina Nevo Drom.
«Una o due persone hanno prima sparso benzina sulle roulotte incendiandole, e quando Luca Cari, il figlio di Costantino, si è svegliato e, preoccupato per i genitori che dormivano nell’altra roulotte, è uscito, è stato colpito a bruciapelo da un colpo di fucile da caccia».
La famiglia racconta che Luca è in ospedale, rischia di perdere l’utilizzo del braccio e che ha visto l’attentatore. Raccontano che da tempo sono vittime di minacce da parte di un abitante della zona che gli ha esplicitamente detto: “Vi brucio e vi sparo”. Raccontano che un altro abitante della zona dopo l’attentato ha detto che uno con una Punto nera e con il fucile da caccia il giorno prima si informava da lui dove è il campo nomadi.
Per quello che a tutti gli effetti risulta essere un crimine d’odio, le associazioni Rom e Sinte Italiane sono indignate della disattenzione dei media come se fosse normale la caccia allo “zingaro”; si augurano che le indagini portino a identificare prima possibile il o i responsabili, riservandosi di costituirsi parte civile nei suoi confronti; promuovono una campagna di solidarietà a sostegno delle famiglie colpite che non si devono sentire sole; si aspettano infine che le forze dell’ordine e la procura della repubblica garantiscano la sicurezza di questa e di altre famiglie Sinte sul territorio.