Bolzano, Ipes: scontro sui nuovi vertici

Pichler Rolle: se non sarà a tempo pieno, Stimpfl se ne deve andare


Antonella Mattioli


BOLZANO. Da una parte la proroga dell'inchiesta sull'Ipes per altri sei mesi, dall'altra la ricerca del successore del presidente Albert Pürgstaller che, come annunciato, lascia l'incarico: oggi consegna 81 alloggi a Casanova, lunedì fa il bilancio di cinque anni di attività. Poi se ne va. È un momento delicato per l'Istituto anche perché nessuno, in questo momento, ambisce al posto di presidente.
L'INCHIESTA. Il sostituto procuratore Axel Bisignano ha chiesto una proroga di sei mesi per 8 indagati nell'ambito dell'inchiesta avviata a giugno su microtangenti, regali, cene pagate a dipendenti Ipes in cambio di lavori di manutenzione. Tra questi figura anche il nome dell'ingegner Gianfranco Minotti, direttore dell'ufficio tecnico centro sud dell'Ipes. Reati ipotizzati: corruzione e abuso d'ufficio. In una lettera, diffusa ieri, il presidente dell'Istituto Pürgstaller difende il dirigente (a fianco la risposta del giornale, ndr)
LA LETTERA. «A carico dell'ingegner Minotti - scrive Pürgstaller - non è stato aperto nessun nuovo filone d'inchiesta. Il suo nome era stato inserito nella fase iniziale dell'indagine per i continui rapporti di lavoro con Stefano Grando e Peter Kritzinger. I carabinieri non avevano già allora rilevato a suo carico nulla di penalmente rilevante. Pertanto il nome di Minotti va associato unicamente alla prima fase dell'inchiesta, come confermato oggi dal comandante Senn dei carabinieri». Nessuno mette in dubbio che sia così, ma resta il fatto che il nome di Minotti figura nell'elenco di altri sette indagati per cui il pubblico ministero ha chiesto una proroga di sei mesi dell'indagine.
PRESIDENTE A TEMPO PIENO. Il presidente della Provincia Luis Durnwalder vorrebbe nominare il successore di Pürgstaller nella prima seduta di giunta dopo Natale. «Ma - dice - le persone che ho contattato mi hanno detto di no. Adesso ho una rosa di tre tedeschi e due italiani: vediamo se qualcuno accetta. Una volta era un posto ambito, oggi non più». Ma come dovrà essere il nuovo presidente? Lo abbiamo chiesto ad Elmar Pichler Rolle, presidente della commissione provinciale che in questi mesi ha cercato di capire che cosa non ha funzionato all'Istituto nell'assegnazione dei lavori di manutenzione dei quasi 13 mila alloggi (budget di oltre 4 milioni di euro l'anno).
«La commissione - spiega Pichler Rolle - ipotizza sostanzialmente due scenari: se il ruolo del presidente rimane quello di oggi, allora bisogna cambiare il direttore generale (Franz Stimpfl) che la commissione ha ritenuto inadeguato a ricoprire quel ruolo. Per quanto riguarda la parte relativa ai lavori di manutenzione troppo spesso, durante l'audizione, ha risposto con "non so", "non ero a conoscenza", "non c'ero". È chiaro che una situazione di questo tipo non è più accettabile». Seconda ipotesi: il direttore generale, al quale per altro è stato di recente rinnovato l'incarico, resta al suo posto. Allora, in questo caso, per la commissione è auspicabile arrivi un presidente con maggiori poteri però di quelli attuali. «A quel punto dovrà essere a tempo pieno e bisognerà prevedere uno stipendio adeguato alla responsabilità. L'indennità prevista oggi per il presidente, e alla quale Pürgstaller aveva rinunciato, si aggira intorno ai 2 mila e 400 euro al mese. Troppo pochi per un incarico a tempo pieno che prevede la gestione di circa 200 dipendenti, 13 mila alloggi, appalti per circa 50 milioni di euro».
NIENTE TEMPO PIENO. Contrario ad un presidente a tempo pieno Durnwalder: «Non serve. Altrimenti non si capisce cosa ci sta a fare il direttore generale». E comunque aggiunge: «Anche se Pürgstaller fosse rimasto lì 24 ore su 24, come avrebbe potuto accorgersi che un gruppetto di dipendenti si faceva offrire i pranzi o le cene e riceveva qualche regalo dagli artigiani che ottenevano poi i lavori di manutenzione? Impossibile per chiunque».

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