Bolzano, tangenti Ipes: per la commissione c'è stata "commistione nei controlli"

Le conclusioni dell'indagine dei consiglieri provinciali dopo lo scandalo Ipes: mancanza di controlli per colpa dell'ex assessore Cigolla e dell'attuale direttore generale Stimpfl, considerato inadeguato



BOLZANO. E' stata una ''commistione tra chi faceva le gare d'appalto e chi le doveva controllare'' a causare in gran parte la situazione che ha portato all'inchiesta giudiziaria sulle tangenti all'istituto delle case popolari Ipes di Bolzano.

Lo ha affermato la commissione d'inchiesta incaricata dal consiglio provinciale di indagare sullo scandalo. La responsabilità - si dice in un documento approvato a conclusione dei lavori con l'astensione del consigliere dell'opposizione Andreas Poeder - è da attribuirsi al ''precedente assessore'', vale a dire a Luigi Cigolla, con la sua decisione di fondere le funzioni amministrative, quelle tecniche e quelle finanziarie in un'unica ripartizione.

Nel documento si cita il caso di un dipendente che non ha mai avuto controlli in 14 anni di lavoro, con mille alloggi da curare e con 8 mila fatture saldate. Questa situazione - si legge nel documento - ha prodotto una ''incertezza giuridica'' con ''ampie zone grige'' che anno portato ad 80 alloggi rimasti vuoti per più di un anno e con i conseguenti mancati incassi ed i tempi di attesa prolungati per le famiglie. Nel documento, infine, si accusa il direttore generale Ipes di 'scarsa volontà di assumersi le dovute responsabilità''.













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