BRESSANONEIl gioco del soffocamento dilaga tra gli studenti, preside del convitto alberghiero lancia l'allarme

Si chiama blackout e arriva dagli Usa e consiste nel provocare lo svenimento per soffocamento per raggiungere così uno stato di euforia. Dopo aver scoperto che questo assurdo gioco viene praticato da alcuni ragazzi del suo convitto, Brigitte Gasser Da Rui - dirigente della scuola professionale Emma Hellenstainer - ha lanciato l'allarme


Massimiliano Bona


BRESSANONE. Giochi pericolosi, al punto da provocare la morte o danni al cervello. È questa l'ultima tendenza diffusasi tra gli studenti di un convitto brissinese, tanto da indurre la direzione ad avvisare con una lettera i genitori. I ragazzi, pur di provare pochi secondi di euforia al risveglio, simulavano svenimenti o strangolamenti, fino a perdere i sensi.

Il convitto è quello della scuola professionale provinciale alberghiera e alimentare «Emma Hellenstainer» dove risiedono oltre 150 studenti seguiti da un team di nove educatori. Molti dei ragazzi che vi abitano vengono da fuori, da diverse vallate della provincia e almeno una parte di essi, finite le lezioni, non sa come divertirsi, al punto da doversi inventare "giochi pericolosi", da filmare con il telefonino e far vedere agli amici.

Per dare prova - questa è la loro convinzione - di coraggio, forza e iniziativa. Queste sfide estreme - fatte quasi sempre in gruppo e puntualmente riprese da uno dei partecipanti - prevedono l'utilizzo di diverse tecniche che possono portare allo svenimento o allo strangolamento attraverso la pressione sui centri nervosi all'altezza del collo.

Ai ragazzi che prendono parte a questa follia collettiva manca il respiro e il più spesso delle volte perdono conoscenza. A causa della pressione esercitata il flusso di sangue verso il cervello si interrompe per qualche istante e il rischio, appunto, è quello di distruggere migliaia di cellule cerebrali provocando gravi danni, in taluni casi anche permanenti.

«Quando i ragazzi si risvegliano - spiega nella nota la scuola - provano una sensazione di euforia». La direttrice Brigitte Gasser Da Rui sottolinea come i partecipanti a questi giochi ad alto rischio non siano consapevoli delle possibili conseguenze. «Queste due pratiche possono portare all'arresto respiratorio o ad un colpo apoplettico».

Dopo aver descritto nel dettaglio questa nuova tendenza la direzione della scuola professionale ammette che «anche alcuni studenti del nostro convitto hanno praticato questo "gioco" (definito in tedesco Ohnmachtsspiel/Würgespiel), filmandosi poi col telefonino».

L'istituto, non appena ha appreso la notizia, si è messo in contatto con un medico specializzato per saperne di più. «Un dottore di Bressanone ci ha fatto presente l'estrema pericolosità di questa pratica. In caso di incidenti - sottolinea la scuola - i giovani che partecipano al gioco si espongono anche a rischi di natura legale per lesioni colpose». Preso atto dell'estrema gravità della situazione la scuola, l'8 novembre scorso, ha scritto ai genitori dei ragazzi che vivono nel convitto per informarli.

«Da parte nostra provvederemo ad incontrare gli studenti e ad illustrare loro la situazione, focalizzando l'attenzione sulle possibili conseguenze». La lettera si chiude, poi, con un appello ai genitori. «Vi invitiamo a sostenerci in quest'azione e a parlarne con i vostri figli». E proprio il padre di un ragazzo, non appena ha appreso la notizia, ha ritenuto opportuno renderla pubblica per prevenire casi di emulazione e informare gli adolescenti dei pericoli che corrono.

«Quando ho letto la lettera ho fatto un salto dalla sedia. Faticavo a credere che quelle cose fossero vere. Rischiare la vita per gioco è una follia ed è bene che gli studenti lo sappiano. La scuola si è mossa per tempo e correttamente, ma a noi è rimasto ovviamente lo spavento. Mio figlio ci ha assicurato di non averci mai provato, ma solo l'idea che qualche suo amico potesse trascinarlo ci ha fatto venire i brividi».

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