Bufera sui contributi al Centro Pace, ma il sindaco li difende

Secondo le opposizioni troppi i 113 mila euro del Comune Caramaschi: «Comina è bravo». Huber (Pd): «Sono troppi»


di Paolo Campostrini


BOLZANO. Il caso Tariq Ramadan ha coinvolto nella polemica anche il Centro per la pace, che lo studioso islamista aveva invitato a Bolzano. Sull’attività dell'associazione, gestita da Pax Christi, le opposizioni hanno inviato una mozione in consiglio comunale. I partiti firmatari, Uniti per Bolzano e Lega Nord, chiedono "la revisione del sistema di finanziamento e gestione del centro" e propongono la "sua completa esternalizzazione" o una sua almeno parziale privatizzazione "revocando gli speciali privilegi che la pongono in una posizione di ingiusto vantaggio nei confronti delle altre associazioni". Nel contempo sono stati resi pubblici i bilanci del Centro. Si tratta, per l'anno in corso, di 113.930 euro a carico del municipio. Che, negli ultimi quattro anni portano ad una cifra di poco inferiore ai 450mila euro. Di questi, l'80% sono destinati agli stipendi dell'organizzatore, Francesco Comina, e di una sua segretaria, circa 88mila euro l'anno (di cui 51.218 in busta paga e 37.310 come contributi alla cassa giornalisti). Gabriele Giovannetti di Uniti per Bolzano, assieme al leghista Carlo Vettori ritengono infine che "numerose serate organizzate degli ultimi anni dall'associazione in nome e per conto del Comune hanno portato a polemiche e polarizzazioni nella società bolzanina e che il compito del Comune non può essere quello di attore del dibattito ma di rappresentante laico di tutta la cittadinanza". Un affondo, dunque. A cui il sindaco ribatte ricordando i tanti nomi arrivati a Bolzano grazie all'attività del Centro pace, dalla Heller a Sepulveda, passando per Baumann e Mancuso. «Questi signori - risponde Caramaschi - arrivano anche all'Eurac ma sono pagati migliaia di euro. I nostri invitati invece , si accontentano di una notte al "Città". E poi, come premi Nobel, parlano alla Lub in serate aperte a tutti. Per cui si tratta di un valore aggiunto per Bolzano, che è giusto riconoscere». Sull'80% dei contributi che finiscono in stipendi, poi, ha una sua idea: «E certo che lo so. Ho firmato io la delibera quando ero segretario generale. Vanno a Comina e alla sua collaboratrice. Troppi, pochi, giusti? Non lo so. So che un lavoro va retribuito. Magari si tratta di vedere se, visti i tempi, si possa fare un ragionamento in termini di risparmi». Caramaschi ricorda anche che la decisione di affidarsi al Centro Pace e di darlo in gestione a Pax Christi «non è stata una decisione solo dei “sinistri”, come dicono le opposizioni, ma di Salghetti. Che è molto vicino al mondo cattolico. E tutta la disciplina dei contributi è stata definita dal consiglio comunale». Sulla possibilità che si possa diminuire la quota pubblica dei finanziamenti, comunque, il sindaco non si sottrae ad una possibile riflessione. Sul tema, elabora una posizione mediana invece Alessandro Huber, consigliere comunale del Pd: «Penso che un ragionamento che porti ad riequilibrio tra fondi pubblici e ricerca di autofinanziamento o contribuzione privata per il Centro possa essere avviato. E questo anche a tutto vantaggio del Centro Pace. Anche questa polemica su Tariq Ramadan sarebbe stata subito smorzata se il sindaco e il Comune non fossero stati giocoforza direttamente e amministrativamente coinvolti in prima persona nelle attività del Centro stesso. Avessero fatto l'incontro non in uno spazio comunale ma altrove, Caramaschi non avrebbe dovuto decidere se riceverlo o no e di essere costretto a ragionare se a tutta la città questa cosa andava bene». Huber propone di approfittare della scadenza della convenzione triennale col Centro che scade quest'anno, su un possibile riequilibrio dell'impegno comunale e la ricerca di fonti di finanziamento pubbliche-private più in linea con tutto il sistema dei contributi associativi. «Non dimenticando - insiste il sindaco - che tanti personaggi arrivano qui per merito della rete messa in piedi da Comina e non chiedono nulla. E comunque almeno per quanto mi riguarda la convenzione sarà rinnovata».













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