C’è un piano se l’Adige supererà i 6 metri 

Il Consorzio di bonifica: «Se accadesse bloccheremo le idrovore e l’acqua si riverserebbe nei campi»


di Bruno Tonidandel


MAGRÈ. «Questa notte – ci ha detto un agricoltore che abita in una casa in località Lafot, a Magré – la montagna ha fatto la brava; non ha scaricato nessun masso, almeno nella nostra zona». In effetti gli abitanti delle poche abitazione, dislocate a sud del paese, proprio sotto la montagna, quelle minacciate da frane e smottamenti, hanno trascorso in modo tranquillo la notte fra la domenica e lunedì. Anche ieri, nonostante la pioggia abbondante che è caduta, dal costone roccioso che sovrasta il fondovalle, non sono precipitati detriti. Rimane però sempre lo stato di allerta e sia la strada comunale di Lafot, sia la provinciale che scorre a ridosso della montagna e collega Magré con Roveré della Luna, rimangono chiuse al traffico. Saranno impercorribili fino a quando i geologi della Provincia non riusciranno a individuare il punto di distacco dei massi precipitati nella notte fra sabato e domenica scorsi e durante la domenica stessa.

Permangono invece i pericoli di allagamenti da parte dei corsi d’acqua. Eduard Franzelin, direttore del Consorzio di Bonifica “Monte – Salorno” di Egna, è preoccupato per l’Adige: « Il livello del fiume è molto alto soprattutto per colpa degli acquazzoni nella parte nord della nostra Provincia. Dovrebbe cadere ancora molta pioggia e l’ondata di picco, qui da noi, è prevista per le ore 6 di oggi. Qualora il livello dell’idrometro di Egna dovesse superare il limite massimo dei 6 metri, noi dovremmo bloccare le idrovore. A questo punto l’acqua delle Fosse si riverserebbe nelle campagne». Attualmente invece le strade del fondovalle sono percorribili senza problemi, mentre in alcuni tratti, specie nella zona del Comune di Cortaccia, il livello della Fossa Grande di Caldaro è altissimo.

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