Cade da cavallo colto da malore Bolzanino muore sul Renon

Il medico ha escluso l'incidente: Gabriele Susin, 52 anni bolzanino, idraulico delle Acciaierie, è stato colpito da un ictus mentre si dedicava alla sua passione sull'altopiano, dove teneva il cavallo da poco acquistato



BOLZANO. È stato stroncato da un ictus mentre andava a cavallo nella zona sopra Collalbo, sull’altopiano del Renon. È morto così, poco dopo le 16, Gabriele Susin, 52 anni bolzanino, idraulico delle Acciaierie. Aveva due figlie e abitava al civico 61 di via Torino. Nella casa dell’Ipes dove era nato e dove aveva vissuto, fino a qualche anno fa, con la madre Claudia Andolfato, scomparsa a maggio.
«Quando ho sentito la notizia alla radio - racconta una vicina di casa - non so perché, ma ho pensato subito a Gabriele: sapevo che aveva la passione per i cavalli. Noi ci conoscevamo da una vita, perché siamo nati in queste case». A quanto pare aveva deciso di comprarsi il cavallo da pochi mesi e lo teneva all’albergo «Alpenranch Himmelreich», sul Renon. Quando aveva un po’ di tempo si concedeva un giro. Ieri è scappato dall’afa di Bolzano nel primo pomeriggio, deciso appunto a far correre il cavallo. E a rilassarsi un po’ tra i prati e i boschi del Renon. Sarebbe tornato in città verso sera, sperando magari che la cappa di caldo e umidità nel frattempo fosse stata spazzata via.
Si è diretto verso il «Ritzfeldhof», un maso che affitta appartamenti per le vacanze. Un uomo del posto l’ha visto in sella al suo cavallo. L’allarme è scattato poco dopo, quando una donna ha notato il cavallo che vagava da solo. Riverso sul sentiero Gabriele Susin. La donna si è avvicinata per soccorrerlo: respirava a fatica, però era ancora vivo. Bisognava fare presto.
Con il cellulare ha dato immediatamente l’allarme. Intuita la gravità della situazione, l’operatore del 118 ha inviato sul Renon il Pelikan 1. Il medico ha tentato più volte di rianimare il paziente, ma non c’è stato nulla da fare. Il cuore aveva già smesso di battere.
La disgrazia non ha avuto testimoni e per questo all’inizio si era pensato che il cavallo si fosse imbizzarrito, l’avesse disarcionato e lui fosse morto battendo la testa o comunque a causa di lesioni interne. Il medico però, dopo una primo esame esterno, ha escluso quest’ipotesi, optando invece per il decesso dovuto a cause naturali. La notizia è rimbalzata immediatamente in via Torino, dove lo conoscevano tutti.
«Era figlio unico - racconta una zia - e i genitori lo adoravano. Il padre era morto giovane stroncato da un infarto. Aveva problemi circolatori. Ma Gabriele no: stava benissimo. Ci siamo visti l’ultima volta a maggio, al funerale di sua mamma Claudia. Mi sembra incredibile, se n’è andato a meno di due mesi di distanza».
Per l’occasione erano arrivate dalla Sardegna anche le due figlie di Susin che si sono trasferite nell’isola assieme all’ex moglie. Lui, da qualche anno, si era rifatto una vita e aveva ritrovato la serenità a fianco della nuova compagna.
Il bolzanino era idraulico e lavorava alle Acciaierie come manutentore addetto al servizio esterno. «Un tipo in gamba - ricordano i colleghi - che aveva scoperto la passione per i cavalli. Per lui era anche un modo per stare all’aria aperta e a contatto con la natura. Un’unica consolazione: è morto facendo quello che gli piaceva e senza soffrire».

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