BOLZANO

Caldaro, cartelli nuovi e monolingui al lago: la rabbia del Cai

Il presidente del Club alpino italiano: «Mancano buon senso, cultura e rispetto». I soccorritori: in montagna è una questione di sicurezza


di Massimiliano Bona


CALDARO. In un momento di grande tensione tra gruppi linguistici sul tema toponomastica, anche per lo spauracchio rappresentato dall’allegato «B» (132 nomi che potrebbero essere cancellati nella versione italiana), iniziano a comparire anche sui sentieri frequentati da (molti) italiani cartelli monolingui. L'ultimo in ordine di tempo - dopo quello clamoroso di due anni or sono a Lana - è quello lungo il lago di Caldaro, il frequentatissimo sentiero numero 3 (che parte dai parcheggi e fa il giro di tutto il bacino lacustre). C'è scritto semplicemente "Nach Kaltern" per mettere in evidenza la deviazione verso Caldaro paese. Non si tratta di un sentiero gestito dall’Avs, come nel caso di Lana, e quindi la responsabilità è probabilmente della locale Apt. Il cartello è nuovissimo, come si evince chiaramente dal legno chiaro, posizionato in mezzo a cartelli (altrettanto monolingui) che avranno almeno una decina di anni e che necessiterebbero effettivamente di essere cambiati.

Molte le segnalazioni già arrivate in redazione e tra coloro che non condividono affatto questa scelta c'è anche il presidente del Cai Claudio Sartori, che le due lingue le padroneggia alla perfezione avendo un papà italiano e una mamma di madrelingua tedesca. «Il rispetto del bilinguismo nei cartelli deve essere mantenuto, poco importa se si tratta di un sentiero che costeggia un lago, di un rifugio o di una montagna. È una questione di rispetto verso residenti e turisti. E Caldaro non è certo il nome di un maso isolato vicino al confine. I cartelli bilingui non costano nulla e sono una questione di buon senso, cultura e rispetto. Sono mistilingue ma non riesco a concepire questo modo di fare».

Sartori ne fa anche una questione di sicurezza. «In una recente riunione con il soccorso alpino chi lavora sul campo mi ha ricordato che i turisti, quando si perdono o sono in difficoltà in montagna, non riescono nemmeno a pronunciare bene un toponimo in tedesco e si fa una grandissima fatica a geolocalizzarli. Capita, non di rado, anche di sbagliare valle». A confermarlo sono anche i soccorritori: «In situazioni concitate a chi ha bisogno di aiuto non possiamo chiedere di pronunciare correttamente un toponimo tedesco. Le due lingue servono anche ad individuare più rapidamente il sito di un incidente o a trovare un disperso».













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