Capo dei chierichetti in carcere per pedofiliaIl paese: "Per noi è un educatore modello"

La notizia delle accuse di pedofilia ha colto di sorpresa la comunità di Varna, dove il giovane è molto impegnato nelle attività sociali con i bambini


Massimiliano Bona


VARNA. In paese lo conoscono tutti. In otto anni ha educato tanti chierichetti ed è stato un punto di riferimento per decine di ragazzini che frequentano i vigili del fuoco volontari e l’Alpenverein. È vicepresidente del consiglio parrocchiale, suo padre fa il sagrestano e uno dei due fratelli è chierichetto e ciò lo ha reso, finora, una persona al di sopra di ogni sospetto.

Un educatore modello, da lodare per l’impegno profuso da almeno dieci anni nel volontariato. Nessuno, fra amici e conoscenti, riesce a credere che sia stato arrestato e che debba rispondere dell’infamante accusa di violenza sessuale, ma anche di detenzione e produzione di immagini pedopornografiche.
 
La notizia, a Varna, è diventata di dominio pubblico un paio di settimane fa, durante un’assemblea del Katholischer Familienverband Südtirol (Kfs), l’associazione delle famiglie cattoliche di lingua tedesca. Una mamma ha sollevato il caso e la presidente del sodalizio ha informato immediatamente la Procura, già allertata da alcuni genitori.

«Quando l’abbiamo saputo - spiega Franz Gruber, presidente del consiglio parrocchiale di Varna - io e il parroco abbiamo convocato il ragazzo, chiedendogli spiegazioni. Lui ha ammesso di aver scattato foto a ragazzini nudi. L’episodio sarebbe avvenuto in palestra, al termine di una giornata in cui tutti erano allegri, euforici. Quando abbiamo insistito per saperne di più il ragazzo si è trincerato dietro al silenzio. Non ha mai fatto cenno a possibili abusi o violenze sessuali sui chierichetti. A quel punto abbiamo deciso, di comune accordo, che avrebbe dovuto sospendere da subito la sua attività in Parrocchia. A livello personale sono a dir poco sorpreso, perchè si tratta del mio vice nel consiglio parrocchiale, di cui faceva parte da una decina d’anni. Attendo la fine delle indagini per saperne di più. In questo momento posso solo dire che ai miei occhi era un ragazzo modello, una persona di cui mi fidavo».

Il parroco, Karl Blasbichler, ha poca voglia di parlare. «Abbiamo fatto tutto ciò che dovevamo e informato per tempo Procura e forze dell’ordine. Non ho alcuna intenzione di commentare la vicenda nel merito e ritengo sbagliato che ci sia qualcuno che voglia speculare, cercando lo scandalo. Attendiamo l’esito delle indagini».
 Raimund Luzerna è il responsabile dei sagrestani. «In parrocchia ce ne sono cinque - racconta deluso - e uno è il padre dell’aiuto-parroco, una persona che stimo e rispetto. La famiglia del ragazzo vive vicino a casa mia e ho capito che c’era qualcosa che non andava tre o quattro settimane fa, quando è iniziato il via-vai di auto delle forze dell’ordine. Il 28enne accusato di questi pesanti reati è per tutti una persona volenterosa e scrupolosa che si è data parecchio da fare, in questi anni, per i giovani del paese, sotto l’ala protettrice del vecchio parroco, Giuseppe Granruaz. Vive in una famiglia cattolica e uno dei due fratelli fa tuttora il chierichetto».
 La notizia ha fatto rapidamente il giro del paese. Ieri, poco dopo l’ora di pranzo, c’era un funerale e la chiesa era piena di fedeli. Pochi, al termine della funzione, avevano voglia di parlare. «Sì, lo conoscevo, ma solo di vista. Era spesso assieme ai chierichetti, ma anche ad altri giovani del paese. Ho sempre pensato che fosse un buon educatore. Prima di giudicare aspettiamo l’esito dell’inchiesta». Arrabbiata, invece, un’altra signora, che ha superato i 60 anni. «Se gli abusi contestati sono veri o se tra i bambini molestati ci fosse stato mio nipote avrei preteso subito delle spiegazioni».













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