IL REFERENDUM

Caramaschi: «Tram, se vince il no ma di poco, si può andare avanti» 

Il sindaco prende a modello Firenze: «Anche lì nel 2008 c’è stata una consultazione Hanno vinto i contrari ma la giunta ha realizzato il progetto: ora sono tutti contenti»


Antonella Mattioli


BOLZANO. Ultimi giorni per sindaco e assessori per convincere i bolzanini - 82.922 gli aventi diritto - ad andare a votare domenica 24 novembre e tracciare la croce sul sì. Il progetto del tram costa 211 milioni ed è considerato dalla giunta il miglior antidoto a traffico e inquinamento. Ma se non si dovesse raggiungere il quorum - pari al 25% degli aventi diritto - cosa succede? Oppure seconda ipotesi: c’è il quorum ma vince il no, si va avanti col progetto tram o si mette in un cassetto? Nel primo caso Renzo Caramaschi, grande sostenitore del tram, non ha dubbi: «Se non si raggiunge il quorum, il progetto si fa».

Nel secondo caso invece, il sindaco è comunque possibilista: «Il referendum è solo consultivo. E quindi se dovesse vincere il no, bisognerà vedere con che percentuale. Si potrebbe andare avanti comunque, questo è un progetto troppo importante per rinunciarvi su due piedi. Anche a Firenze ha vinto il no a suo tempo, ciononostante la giunta comunale ha realizzato l’opera».

Il caso Firenze

Sia il sindaco che l’assessora alla mobilità Maria Laura Lorenzini da giorni citano il caso Firenze come modello “imitabile” nel caso in cui dovesse vincere di misura il fronte del no, per questo abbiamo cercato di capire come sono andate le cose nel capoluogo toscano. Nel 2008 con i lavori in corso per la linea 1, l’amministrazione comunale decise di partire con la progettazione delle linee 2 e 3. A Firenze si formò un comitato contrario all’ampliamento del tram che proposte il referendum. Il motivo della contrarietà in quel caso era legato principalmente al tracciato che avrebbe dovuto passare sotto piazza Duomo.

Con una percentuale di poco superiore al 50% vinse il no, ciononostante la nuova giunta, guidata all’epoca da Matteo Renzi, decise di andare avanti comunque, ma tenne conto delle critiche e modificò il tracciato. Risultato: dal 2011 è in funzione la linea 1, dal 2018 la 2 e da quest’anno la 3. I fiorentini, a quanto pare, sono contenti: hanno il tram e hanno “salvato” piazza Duomo.

Il referendum

Domenica 24 novembre i bolzanini sono chiamati alle urne per rispondere a questo quesito: “Volete voi che sia introdotto nel tessuto urbano della città di Bolzano il mezzo di trasporto pubblico costituito dal tram su rotaia da Ponte Adige a viale Stazione?” La consultazione popolare è promossa dal Comitato traffico cittadini di Bolzano, guidato dal consigliere comunale Davide Costa. La critica più forte riguarda i costi: 211 milioni di euro. Gli 80 seggi - che corrispondono alle sezioni elettorali - saranno aperti dalle 7 alle 22 di domenica. Lo spoglio inizierà subito dopo la chiusura e il risultato è atteso entro mezzanotte. Anche se non si dovesse raggiungere il quorum, lo spoglio verrà effettuato comunque.

Diritto di voto

Hanno diritto di partecipare al voto tutti gli elettori residenti e iscritti nelle liste elettorali del Comune in possesso del diritto di elettorato attivo per le elezioni del consiglio comunale, maturato entro il 15° giorno antecedente la data della votazione. Hanno diritto di votare anche i cittadini e le cittadine che il 24 novembre abbiano compiuto il sedicesimo anno di età con gli stessi requisiti residenziali. Potranno esercitare il diritto di voto i cittadini appartenenti ad uno degli Stati dell’Ue, residenti a Bolzano, se già iscritti nelle liste elettorali aggiunte per l’elezione degli organi comunali. Complessivamente gli aventi diritto a partecipare al referendum sono 82.922, di cui 2100 sono i giovani, ovvero coloro sono nella fascia compresa tra i 16 e i 18 anni. Per votare tutti devono presentarsi ai seggi muniti di documento d’identificazione: i maggiorenni dovranno anche esibire la scheda elettorale; mentre ai “giovani” verrà consegnato il certificato di ammissione.

I costi

Ieri la giunta comunale ha approvato una spesa di ulteriori 10 mila euro per la vigilanza privata ai seggi. Il costo complessivo del referendum per le casse comunali è di circa 200 mila euro.

 













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