«Casa Bimbo», si è spenta Margherita Pellegrin

Aveva 55 anni, formava il personale ed era responsabile delle cuoche La direttrice: «Era una delle socie storiche e ha coccolato centinaia di bambini»


di Massimiliano Bona


BOLZANO. Fino a poco più di un mese fa Margherita Pellegrin, 55enne responsabile delle cuoche della cooperativa Casa Bimbo-Tagesmutter, che ha 19 strutture disseminate su tutto il territorio provinciale, lavorava a pieno regime, con l’energia e l’entusiasmo che l’hanno sempre contraddistinta. Oltre a stare dietro ai fornelli faceva anche la pendolare con l’auto di servizio tra Bolzano e la Bassa Atesina per formare il personale e curarne l’inserimento ma anche per studiare il menù da servire a centinaia di bimbi altoatesini. «Li coccolava come solo lei sapeva fare - racconta la direttrice Stefania Badalotti - e riservava lo stesso trattamento anche alle educatrici. Era una persona mite ma anche molto energica e questo le ha sempre consentito di affrontare le sue giornate con una bella verve ed una passione non comune».

Per le socie e le dipendenti della cooperativa Casa Bimbo Tagesmutter Margherita era diventata, con il passare degli anni, un punto di riferimento.

«È entrata a far parte della coop - ricorda la Badalotti - già nel 2002 e ha saputo ritagliarsi uno spazio via via crescente, tanto da essere premiata nel 2012 anche socia dell’anno. Un modello da imitare anche per le ultime arrivate che avevano imparato ad apprezzarne anche le premure».

Margherita quando vedeva una collega un po’ giù di morale per motivi personali o di lavoro era solita donarle un quadrifoglio essiccato, a cui allegava una frase carina.

«Oltre che a Bolzano, dove si confrontava regolarmente con la direzione della cooperativa - continua la Badalotti - Margherita è stata molto attiva anche alla Röchling di Laives, a Egna e Salorno. Conosceva praticamente tutti e sapeva conquistare chi aveva davanti con una buona parola ed una tazza di caffè».

Tutte le cuoche di Casa Bimbo che sono attualmente in servizio hanno avuto la fortuna di conoscerla più da vicino. «Era la prima ad accogliere le nuove arrivate e riusciva sempre a metterle a loro agio spiegando la filosofia della nostra cooperativa. Al centro, per Margherita, ci sono sempre state le persone e le necessità dei bambini e tutte noi la apprezzavamo anche per questo».

Poi, poco più di un mese fa, la scoperta di un brutto male che l’ha portata via nel breve volgere di qualche settimana a soli 55 anni. «È stato tutto così veloce, che ancora stentiamo a crederci. Margherita lascia il marito Remo e il figlio Alessio, a cui va tutto il nostro affetto. Per noi è stata una figura di riferimento sia in termini educativi che affettivi. Oltre che un sostegno quando ne avevamo bisogno. Ciao Margherita».

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