Casa ceto medio: 110 nuovi alloggi

Tre aree: una è in cima a via Cadorna. Lì attualmente ci sono dei campi da tennis. La seconda è in via della Vigna, vicino alla nuova zona di espansione, e la terza in via Maso della Pieve


Antonella Mattioli


BOLZANO. Tre aree: una è in cima a via Cadorna. Scomoda per quando quanto riguarda negozi e servizi, splendida per la posizione direttamente sui prati del Talvera. Lì attualmente ci sono dei campi da tennis. La seconda è in via della Vigna, vicino alla nuova zona di espansione, e la terza in via Maso della Pieve. Confcooperative sta trattando con i privati per acquistare le tre aree.

CETO MEDIO.
Il programma della Provincia prevede di realizzare 330 alloggi a Bolzano per il ceto medio. Le cooperative potranno essere protagoniste dell'operazione perché la legge lo consente. «Per accelerare i tempi - spiega il direttore di Confcooperative Andrea Grata - il legislatore ha stabilito che le cooperative possano acquistare sul mercato privato il terreno e quindi edificare per i soci. Una procedura diversa rispetto a quella prevista per i programmi normali, dove è la Provincia ad espropriare i terreni e a metterli poi a disposizione delle cooperative». Lo scopo è appunto quello di ridurre i tempi e dare una risposta, possibilmente rapida, a chi sta cercando un alloggio. Il piano riguarda appunto il ceto medio, ovvero quella fascia di persone troppo ricche per essere inserite nelle graduatorie Ipes e troppo povere per andare ad acquistare un appartamento sul mercato privato. I prezzi delle case, nonostante la crisi che ha colpito pesantemente il settore immobiliare, rimangono ancora molto alti. «Siamo a buon punto - assicura Grata -: la trattativa con i proprietari sta procedendo».

COSTI.
Ma andare ad acquistare sul mercato privato non è un po' troppo oneroso per le coop? «Noi - ovviamente - non possiamo pagare qualsiasi cifra. Dobbiamo restare nell'ambito delle stime ufficiali. Però siamo ottimisti circa la possibilità di riuscire a concludere l'operazione. Poi bisognerà stipulare la convenzione con la Provincia e il Comune dovrà fare la variante urbanistica». L'acquisto sul mercato privato rispetto all'esproprio è un po'più oneroso. «La Provincia interviene con un contributo forfettario, ma al socio costerà un po' di più». Il termine che Grata si è dato come obiettivo è la fine dell'anno: per quella data conta di avere in mano i terreni e i progetti definitivi. «I cantieri potrebbero aprire il prossimo anno».

L'ACQUISTO.
Per dare una risposta al ceto medio la Provincia ha creato la quinta fascia. La famiglia tipo che vi rientra è quella formata da quattro persone con un reddito lordo complessivo che può arrivare fino ad 80 mila euro. Gli alloggi, costruiti dalle cooperative per il ceto medio, si acquistano a riscatto. «Significa - spiega Grata - che per i primi dieci anni il socio paga un canone calmierato, che si aggira tra i 6 e i 9 euro al metro quadrato. Poi, si avviano le pratiche per l'acquisto. Si tratta di una formula sicuramente conveniente, perché consente alle famiglie di pagare un affitto e contemporaneamente accantonare i soldi per acquistare successivamente a riscatto l'alloggio». Questa formula dovrebbe evitare quello che troppo spesso accade soprattutto a Bolzano, dove le famiglie s'indebitano per comprare l'appartamento e s'impegnano con le banche anche per 20-30 anni. All'inizio sembra un'operazione fattibile. Sulla distanza però le cose si complicano, perché non ci si può permettere nulla. Basta poi un imprevisto e il piano di pagamento del mutuo salta. Capita spesso che assieme al mutuo salti anche la coppia.

LA ROTAZIONE.
Parte degli alloggi previsti per il ceto medio saranno dati in affitto e a canone provinciale (poco più di 6 euro al metro quadrato). La formula in questo caso è quella della rotazione: gli inquilini sanno fin dall'inizio che nell'appartamento potranno restare solo per un certo numero di anni. Questa formula dovrebbe consentire soprattutto ai giovani di lasciare la casa dei genitori e cominciare a camminare con le proprie gambe. Cosa questa difficile se non impossibile a Bolzano, dove i canoni sono stratosferici. La costruzione sarà affidata all'Ipes. La Provincia, anche in questo caso per accelerare i tempi, ha deciso che 60 degli alloggi destinati all'edilizia popolare previsti a Casanova, saranno riservati al piano per il ceto medio. «Un'altra novantina sempre a Casanova - spiega l'assessore all'urbanistica Chiara Pasquali - sarà invece destinata alla formula del riscatto». La speranza è che qualcosa, finalmente, si muova, visto che del programma si parla dal 2008 quando all'assessorato provinciale all'edilizia agevolata è arrivato Christian Tommasini. Si sperava in realtà che i tempi fossero più brevi, così non è stato. I problemi maggiori, come di consueto, li ha il capoluogo che deve fare i conti con la mancanza di aree. Basta dire che l'Ipes, nel capoluogo, ha esaurito le aree anche per il programma normale. Il Comune ha individuato le zone dove far crescere la città nel prossimo futuro, ma l'iter burocratico è ancora lungo. In fondo a via Druso c'è l'area più velocemente utilizzabile: i tempi della burocrazia però s'annunciano lunghi. Le ruspe, nella migliore delle ipotesi, potrebbero arrivare alla fine del 2012.

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