Anziani

Case di riposo, allarme personale: in 600 rifiutano la vaccinazione

Si cercano nuovi operatori e volontari per non ridurre o chiudere i servizi. Da uno studio emerge che a Bolzano mancano 750 posti letto nelle strutture. Si calcola che per il 2030 servano 1.049 assistenti sanitari in più



BOLZANO. Su 3.600 tra medici, infermieri ed operatori sanitari che rifiutano di farsi vaccinare, si calcola che circa 600 lavorino all’interno delle 78 case di riposo altoatesine. Questo il dato, fornito l'altro giorno in consiglio provinciale, dall’assessora Waltraud Deeg che però spera che, alla fine dell’iter in corso, coloro che continueranno a rifiutare il vaccino saranno meno.

Le cifre esatte ancora non ci sono, in quanto le procedure di verifica e sensibilizzazione del personale, si concluderanno solo entro la fine del mese quando chi rifiuterà la vaccinazione o verrà destinato a servizi diversi, dove non ci sia contatto con i pazienti, o verrà sospeso senza stipendio fino a fine anno.

Ma tra i direttori delle case di riposo - più in periferia che nel capoluogo - sta crescendo la preoccupazione e ci si sta organizzando per fronteggiare una possibile riduzione di personale.

«Al momento - dice Oswald Mair, direttore dell’associazione delle case di riposo altoatesine - calcoliamo che circa il 15% degli operatori sanitari non voglia farsi vaccinare. La speranza è di riuscire a convincerli. Nel frattempo ci si sta organizzando, per garantire i servizi. ma il rischio è che si debba ridurre o addirittura chiuderne qualcuno. Alcune case di riposo non accettano più nuovi ospiti, perché non sanno se, nei prossimi mesi, riusciranno ad assicurare il mantenimento di certi standard».

Ad un problema di cronica carenza di operatori sanitari nelle strutture per anziani, adesso ad aggravare la situazione si aggiunge l’obbligo vaccinale. del resto non potrebbe essere altrimenti, visto che non è neppur pensabile che chi è addetto alla cura di persone fragili non sia vaccinato.

«Ci attendono - dice Erwin Lorenzini, direttore della casa di riposo di San Paolo - sfide importanti, perché da noi su 80 operatori addetti all’assistenza diretta degli anziani, calcoliamo che circa 21 non vogliano, per una serie di ragioni, farsi vaccinare. Stiamo pensando ad un piano B che punti anche al coinvolgimento di volontari, familiari, tirocinanti delle scuole. Noi però speriamo ancora di riuscire a convincerli, anche se dovrebbe essere sufficiente ricordare che in un anno abbiamo avuto 16 ospiti portati via dal covid e adesso che praticamente tutti gli anziani sono vaccinati, non abbiamo più neppure un caso».

Il problema del personale no-vax riguarda anche Bolzano, ma - almeno per ora - in maniera meno preoccupante: «Per quanto riguarda le case di riposo - assicura la direttrice dell’Assb Liliana Di Fede - la situazione è sotto controllo, semmai potremo avere qualche problema nei servizi handicap».

La mappa del bisogno

Da uno studio, presentato in giunta provinciale dall’assessora Deeg, emerge che da qui al 2030 si calcola che servano a Bolzano ulteriori 750 posti letto nelle strutture per anziani. Per rispondere al progressivo invecchiamento della popolazione, si dovrà potenziare i servizi e aumentare del 20-30% il personale infermieristico e assistenziale. Si parla di circa 1.049 operatori in più di oggi.

Nel settore sociale operano diversi profili professionali, anche nuovi, che hanno delle situazioni particolari di cui tenere conto in sede contrattuale. Per questo auspica Deeg “serve un contratto ad hoc per il comparto”. A.M.













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