Caso Adan, più tempo per i periti 

Il giudice fissa l’udienza al 16 maggio sulle cause del decesso e possibili colpe



BOLZANO. Sarà necessaria qualche settimana in più per sapere se per la morte del piccolo Adan (il ragazzino curdo iracheno disabile di 13 anni deceduto in ospedale a Bolzano per una infezione seguita ad una caduta) sono effettivamente ipotizzabili responsabilità di carattere colposo da parte dei medici che si occuparono del bambino straniero.

Sul filone di indagine riguardante le cure riservate all’adolescente all’ospedale di Bolzano, il giudice Emilio Schönsberg è ancora in attesa di conoscere le conclusioni dei periti che però nelle ultime ore hanno chiesto e ottenuto dal magistrato un rinvio di poco più di due mesi. L’udienza per l’illustrazione degli elaborati era infatti stata fissata per il 9 marzo. Ieri, però, su istanza dei periti, il giudice ha rifissato l’udienza al 19 maggio. I periti hanno infatti comunicato al magistrato la necessità di aver più tempo a disposizione in quanto la situazione si sta rivelando alquanto complessa. Una valutazione di massima, quella illustrata dai periti, che sembra al momento escludere che la vicenda del piccolo Adan possa essere archiviata come conseguenza di pura fatalità. La necessità di altri due mesi di tempo per arrivare alle definitive conclusioni sembra infatti preludere che effettivamente in relazione a questo dramma qualcosa - nella fase dei soccorsi e delle cure sanitarie - possa essere andato storto con possibili ipotesi di responsabilità colpose che dovranno essere valutate attentamente per ogni medico o infermiere intervenuti.

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