Caso Ipes, trasferiti i dipendenti indagatiGrando sospeso, uscirà il 19 agosto

Il cda dell’Ipes ha deciso di sospendere dall’incarico di direttore del Centro servizi inquilinato Stefano Grando. Arrestato a giugno insieme al collega Peter Kritzinger, uscirà dal carcere il 19 agosto. Intato l'istituto ha provveduto a trasferire in altri uffici i cinque dipendenti indagati nello scandalo tangenti e in un primo momento sospesi dal giudice, ma poi reintegrati



BOLZANO. Il cda dell’Ipes, nella riunione di ieri, ha deciso di sospendere dall’incarico di direttore del Centro servizi inquilinato Stefano Grando. Il dirigente è stato arrestato, ai primi di giugno, nell’ambito dell’inchiesta dei carabinieri sulla corruzione che ha portato in carcere anche il suo braccio destro Peter Kritzinger. Entrambi - il primo è in via Dante, l’altro è a Trento - usciranno dal carcere il 19 agosto, quando scadrà il termine di due mesi fissato dal presidente del Tribunale della libertà Edoardo Mori. Il cda, presieduto da Albert Pürgstaller, doveva decidere cosa fare, visto che la sospensione, dopo la scarcerazione, non è automatica né, tantomeno, scontata. Si tratta di un provvedimento discrezionale del consiglio. Anche perché, fino a quando non c’è una sentenza passata in giudicato, vale la presunzione d’innocenza.
Il cda, sentito anche il parere dei legali, ha deciso dunque che Grando, in attesa del rinvio a giudizio e delle successive sentenze, potrà tornare al lavoro, ma come normale impiegato. È sospeso dall’incarico di direttore del Centro servizi che occupava ormai da anni nella sede di via Milano. Al suo posto si è già insediato il direttore del Centro servizi di Merano. Il cda ha esaminato anche la posizione di Kritzinger. Nei suoi confronti non è stato adottato alcun provvedimento. Anche perché non ricopriva un incarico particolare. Kritzinger dunque tornerà in servizio, ma molto probabilmente non in via Milano.
GLI INDAGATI. Da via Milano sono stati trasferiti anche i cinque dipendenti dell’Ipes indagati nell’inchiesta sulla corruzione. Adesso lavorano nella sede principale di via Orazio. Per motivi di opportunità non hanno rapporti né col pubblico né, ovviamente, con le ditte. Ma l’obiettivo è un altro: si punta a spostare in Provincia Valter Boldrin, Tiziana Andreotti, Brigitte Bagozzi, Paolo Nascimbeni e Roberto Rebecchi. Dando per scontata la presunzione di innocenza, si sta cercando una soluzione che sia allo stesso tempo garantista, ma valuti anche l’opportunità di continuare a lasciare all’Ipes i cinque indagati. Detta così sembra facile, invece la soluzione è più complessa di quanto possa apparire. Bisogna infatti vedere dove si potrebbero inserire e chi dei dipendenti provinciali potrebbe prendere il loro posto.
TRE ASSUNZIONI. In attesa delle prossime mosse, l’Ipes ha deciso di correre ai ripari per tamponare la mancanza di personale che si è venuta a creare a seguito dell’inchiesta. Ieri il cda ha deciso l’assunzione di tre persone a tempo determinato fino a fine anno. Si tratta di una misura di emergenza per far fronte al carico di lavoro che si è accumulato e a quello che arriverà. Bisogna calcolare che entro l’anno saranno realizzati 500 alloggi nuovi e ci saranno migliaia di richieste per il sussidio casa da esaminare. Potendo il cda avrebbe optato, ovviamente, per assunzioni a tempo indeterminato, ma dal 1º gennaio 2011 scatta il patto di stabilità che vieta assunzioni per evitare l’aumento dei costi.

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