la storia

Che notte quella notte, con Fred Buscaglione al “Navarro” di Bolzano

Era il 23 gennaio del 1960, Fred sale sul palco e suona fino all’alba con il pianista bolzanino Ennio Cassetti. Morirà pochi giorni dopo


di Luca Fregona


BOLZANO. «Che notte, quella notte». Un ricordo custodito gelosamente per tutta la vita. Era la fine di gennaio del 1960, pochi giorni prima che Fred Buscaglione andasse a schiantarsi con la sua Thunderbird rosa contro un camion in una nebbiosa alba romana.

Ennio Cassetti, il maestro Ennio Cassetti, faceva il pianobar al Navarro di via Museo. Il Navarro era un night famosissimo, non quello un po’ in declino degli anni Ottanta. Era un posto da “dolce vita”. Sigarette, whisky, swing. Ragazze.

Ennio Cassetti rigira tra le dita una vecchia foto in bianco nero. Ha fatto solo questo nella vita: il pianobar. E ancora adesso, che di anni ne ha 83, suona all’Hotel Città o all’Aurora di Merano. «Mi sono diplomato al conservatorio Monteverdi nel 1948, ma a 18 anni ho capito che la mia vita non era studiare dalla mattina alla sera per arrivare in finale al Busoni...».

La sua vita era il night. Gli ambienti fumosi, la notte lunga, le ragazze “in magnifico lamè”. E tanta musica. Il Navarro era gestito da due fratelli meranesi, Norbert e Bruno Seppi. Norbert si occupava degli spettacoli. Bruno, dell’amministrazione.

«Norbert ne capiva tanto di musica, a lui piaceva “costruire” gli show. Numeri particolari, attrazioni internazionali. Acrobati, ballerine, l’avanspettacolo. E poi le migliori orchestre. Spesso mi portava con lui in giro per l’Italia a scoprirne di nuove. Perché prima di portarle a Bolzano, voleva vederle dal vivo».

Il 23 gennaio 1960, dieci giorni prima di morire, Buscaglione arriva a Merano per cantare al Kursaal. Una giornata memorabile. Passa il pomeriggio a fare su e giù per Corso Libertà. E’ un mito vivente della musica italiana. Le ragazzine gli stanno addosso come api sul miele, lo accompagnano dappertutto. Si ferma nel negozio di dischi Munter. Firma autografi e firma i dischi. Fa decine di foto con i fan. Chi c’era, se lo ricorda ancora. “Un duro dal cuore tenero - racconta il giornalista Checco Palchetti -: era così come lo vediamo oggi nelle foto in bianco nero. Di un’umanità straordinaria».

Quella sera al Kursaal è un trionfo. Sale sul palco con i suoi Asternovas. C’è anche Carmen Villani. Fred le spara tutte una dietro l’altra. Eri piccola così. Guarda che luna. Che Bambola! Profirio Villarosa. Il dritto di Chicago.

Dopo mezzanotte, Buscaglione salta in macchina e arriva a Bolzano. «Norbert Seppi - racconta ancora il maestro Cassetti - era un suo grande amico». Era stato lui a organizzare la serata al Kursaal. «Gli disse, “Fred, passa al night, che ho un ragazzo bravo da presentarti. Vuol farti vedere che sa cantare come te...”. Quel ragazzo ero io».

Al Navarro all’epoca c’erano due sale. Quella grande per le orchestre, e quella piccola col separé, dove Ennio faceva il pianobar. «Quella sera il pianista dell’orchestra s’era ammalato, Seppi mi disse: vai tu con l’orchestra. Ricordo che erano di Bologna, bravissimi».

E’ mezzanotte passata: Fred entra nel locale. Tutto si ferma. Stringe mani, si siede a un tavolo, accende una cicca, ordina da bere: «E allora, chi è questo campione che vuol provare ad esser me?».

Cassetti sorride, un’occhiata all’orchestra e parte con “Eri piccola”.

Lui ha 30 anni, Fred 39.

Buscaglione ride, si diverte. batte il tempo. Beve whisky e gin. Incrocia qualche “bel mammifero modello centotré”. Finito il pezzo chiama Ennio al tavolo: «L’hai fatta troppo bene, se ci provi di nuovo, ti sparo...».

Mima la pistola con la mano. Fa clic col pollice e scoppia a ridere.

Parlano di canzoni e musica, dell’America, dello swing, di Cole Porter, Armstrong, Sinatra, Dean Martin.

Poi Fred fa: «Beh, basta chiacchiere. Adesso suoniamo qualcosa».

Sale sul palco e partono una raffica di canzoni. Buscaglione suona la tromba, poi il violino. Ennio lo accompagna al piano. Ne fanno tre in un botto. Tre classici. Che bambola, Teresa non sparare, Eri piccola così.

Intanto si sono fatte le quattro del mattino.

In un angolo, buio, il pianista Benedetti Michelangeli si gode lo spettacolo. Fred lo riconosce, si avvicina, gli dà la mano. “Maestro, dai suona qualcosa con noi”. Benedetti Michelangeli si ritrae. Lui è il genio della musica classica, non fa lo swing. “Vengo da un funerale - taglia corto - , non me la sento”.

All’alba, Buscaglione molla gli ormeggi. Norbert gli dice: «Ma dove vai? Fermati qui. No vorrai guidare adesso?».

«Non posso devo essere a Milano, poi a Roma. Ho da fare, concerti, nuove canzoni... Ho tante idee. Ho fretta...».

Pochi giorni dopo, il 3 febbraio del ’63, Buscaglione si schianta contro un camion carico di profido dopo essere uscito da un night di via Margutta a Roma.

Quella mattina alle 8, Cassetti viene svegliato dalla moglie: “Ennio, la radio dice che è morto Buscaglione”.

«Non ci credevo, non volevo crederci...».

E ancora oggi, che di anni ne sono passati 53, rigira quella foto tra le mani.

Lui e Fred seduti al tavolo del Navarro.

Che notte...













Altre notizie

Attualità