Clochard e immigrati accampati nell’areale Fs

La protesta degli abitanti dei Piani esasperati dal crescente degrado Decine di persone vivono in edifici dismessi, vagoni e rimorchi inutilizzati


di Antonella Mattioli


BOLZANO. Un giorno - non si sa quando per la verità - lì al posto dei binari e dei vecchi capannoni delle ferrovie dovrebbe sorgere un nuovo quartiere.

Il programma di riqualificazione dell’areale - di cui si parla ormai da anni - prevede milioni di euro di investimenti, per realizzare case, uffici, negozi, spazi verdi; per ora però, l’area tra via Renon, il sottopasso ferroviario e via Macello, è una sorta di terra di nessuno dove regna il degrado. E questo spiega l’insofferenza crescente degli abitanti dei Piani che, in questi mesi, hanno lanciato petizioni, convocato assemblee, organizzato manifestazioni, per chiedere all’amministrazione comunale di fare qualcosa.

Risposte zero e non solo oggi che il Comune è affidato ad un commissario che come tale si occupa dell’ordinaria amministrazione e non certo delle strategie urbanistiche - di cui avrebbero dovuto occuparsi in questi anni le due giunte Spagnolli - per far sì che il quartiere torni ad essere un luogo dove si può vivere tranquillamente.

Le foto, che ci hanno inviato alcuni abitanti della zona e che pubblichiamo a fianco, sono più eloquenti di tante parole.

In quella terra di nessuno - che per i bolzanini è l’area Siberia, visto che da quelle parti il sole soprattutto in inverno si vede raramente - si sono sistemate alcune decine di persone.

C’è di tutto: dai clochard locali, infastiditi dall’arrivo dei nuovi immigrati, ai finti invalidi organizzati, che arrivano in genere dai Paesi dell’Est e chiedono l’elemosina in centro storico e davanti ai parcheggi; ai nomadi che si accampano per qualche giorno prima di riprendere il viaggio per chissà dove.

A due passi da piazza Walther si vive in decrepiti capannoni delle ferrovie, dentro a vagoni inutilizzati, in rimorchi di camion fermi ormai da anni; si prende l’acqua da una pompa usata per lavare i vecchi mezzi. Tutto intorno immondizie e sporcizia.

«Oltre al degrado - dicono gli abitanti del quartiere - ci sono risse continue, violenza, spaccio di droga, urla di giorno e di notte. Vivere qui è diventato un incubo».

E se di giorno la situazione è quella che è, di notte è ancora peggio. Soprattutto in estate, quando il caldo impone di tenere le finestre aperte, la gente non riesce a chiudere occhio fino all’alba. Perché, dopo una certa ora, via Macello e le strade limitrofe si popolano di prostitute ed è un viavia continuo di clienti.

Il risultato è che chi può se ne va ma non è facile: per chi ha comprato anni fa casa ai Piani oggi è un’impresa riuscire a vendere, a meno che non si svenda.

Anche perché nel frattempo negozi e bar hanno chiuso e di nuovi disposti ad aprire non ce ne sono.

Si spera che la nuova giunta comunale, che comunque non si insedierà prima della primavera del prossimo anno, prenda in seria considerazione le richieste di quanti abitano da quelle parti e spesso vengono tacciati di essere intolleranti da chi però ha la fortuna di abitare altrove.

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