Conservatorio, adesso scende in campo il ministero

Bolzano. Da Bolzano non è arrivata alcuna telefonata, né dalla Lub né da Palazzo Widmann. Al Conservatorio ne è invece arrivata una da Roma. «Pronto, è il ministero dell'Università. C'è il direttore...



Bolzano. Da Bolzano non è arrivata alcuna telefonata, né dalla Lub né da Palazzo Widmann. Al Conservatorio ne è invece arrivata una da Roma. «Pronto, è il ministero dell'Università. C'è il direttore Fornari? Ecco, dovrebbe scendere da noi il 23 di questo mese». E' la convocazione che al Monteverdi attendevano da giorni. L'avevano chiesta sia i dirigenti che i docenti. La ragione? Sapere di che morte si dovrà morire. «E' da un anno e mezzo che la Lub sta mettendo a punto la nuova facoltà di Musica», commenta Fornari, «cioè la nostra trasformazione in università. Bene, è da un anno e mezzo che nessuno ci dice nulla». Così, anche col supporto del sindacato, si è cercata una sponda ministeriale. Che è arrivata. «Ci dicono che quando a Roma hanno saputo della nostra situazione sono caduti dalla sedia», raccontano i professori. Il più sorpreso della possibile dequalificazione del conservatorio all'interno di una cornice accademica in cui la formazione musicale rischia di avere un ruolo non più centrale, è stato il viceministro Lorenzo Fioramonti. Che, sembra, abbia una particolare predilezione per l'ambito artistico in cui si muovono i conservatori italiani. All'interno della cui rete, il Monteverdi gode, fino ad oggi, di una posizione riconosciuta di assoluto rilievo. E nonostante Fioramonti sia di altra formazione. Studi all'università di Tor Vergata, il viceministro è infatti professore di Economia politica a Roma e gli è stato assegnato un dottorato di ricerca all'ateneo di Siena, inoltre è membro del Center for social Investment ad Heidelberg. Eletto con i 5 Stelle, è stato voluto al proprio fianco dal ministro Marco Bussetti. Da alcune indiscrezioni filtrate da piazza Domenicani, Fioramonti sembra intenzionato a chiarire con la delegazione del Monteverdi la ragione del disagio del corpo docente e soprattutto le prospettive a fronte di quanto si sta preparando per loro dalla commissione della Lub, formata da consulenti esterni, che ha predisposto la bozza per il passaggio dell'istituzione a facoltà di Musica. Ma all'interno della quale il conservatorio non si trasformerebbe a pieno titolo in struttura accademica, ma sarebbe configurato come scuola di musica e i suoi professori inseriti nel ruolo di «lettori». Questa prospettiva trova la netta opposizione di tutto il Monteverdi. «Non è tanto dei contenuti della bozza che vogliamo parlare col viceministro», chiarisce Fornari, «quanto del fatto, che definirei inaudito, che da un anno e mezzo si parli di noi alla Lub e in Provincia, senza che nessuno di noi abbia mai preso parte o sia stato minimamente coinvolto a nessun titolo nella predisposizione della bozza». Se la Lub tace, hanno pensato al conservatorio, proviamo a far parlare il ministero. Per ottenere questo, partirà da Bolzano una piccola delegazione guidata dal direttore Giacomo Fornari e da alcuni delegati. Ma questa contestata bozza adesso dov'è? Si trova in Provincia. L'hanno inviata, come da schema predisposto ab initio, i consulenti della Lub dopo averla consegnata al rettore dell'ateneo bolzanino. E' infatti il presidente Kompatscher ad avere la competenza del settore. E lo stesso rettore Paolo Lugli, in una intervista, ha promesso che, una volta rilasciato un parere positivo da palazzo Widmann, anche direttore e docenti del Monteverdi saranno chiamati ad un tavolo e in quell'occasione sarà loro sottoposto lo schema di trasformazione in facoltà. Il nodo è che questo schema già sembra definito. «Tutto fa credere che, a questo stadio della stesura, sarà molto difficile tornare indietro. E magari contestare le premesse della bozza stessa, costruita in base ad una interpretazione della legge, che non condividiamo» dicono i sindacati dei professori al Monteverdi. Fornari conta su questo appuntamento romano. Presume che il viceministro sia molto sensibile alle istanze del conservatorio. E dunque proverà a portare a Bolzano alcune direttive di massima, in grado di pesare sul tavolo delle trattative con Provincia e Lub per riuscire ad invertire il corso di una deriva che appare oggi non favorevole al mantenimento di una centralità anche accademica del Monteverdi. P.CA.

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