Contratto dei provinciali, fumata nera sugli aumenti

La trattativa. Nuovo incontro ieri tra sindacati e delegazione pubblica, le posizioni restano ancora distanti  Moggio: «Il budget è di circa 200 milioni per il triennio, ma in busta paga arriveranno in media solo 100-120 euro in più»


antonella mattioli


Bolzano. «Sa qual è il mio timore? Che ai dipendenti si “venda” l’illusione che con il nuovo contratto avranno 200-210 euro in più al mese in busta paga. Purtroppo, la realtà è un’altra ed è per questo che le posizioni restano distanti». Così Gianluca Moggio del sindacato Gs al termine dell’ultimo incontro di ieri sul rinnovo del contratto in cui, assieme ai rappresentanti di Cgil, Cisl, Uil, Asgb, ha incontrato la delegazione pubblica guidata dal direttore generale della Provincia Alexander Steiner. La riunione si è conclusa con un’ennesima fumata nera. Prossimo incontro il 19 agosto. La partita è grossa sia per quanto riguarda il numero di lavoratori interessati che per il budget necessario a finanziare gli aumenti.

Le cifre

Si parla di circa 42 mila lavoratori: dalla sanità alla scuola, dai provinciali ai comunali oltre a tutti i dipendenti delle case di riposo nonché delle Aziende di soggiorno di Bolzano e Merano. Stanziamento richiesto: poco meno di 200 milioni entro il 2021; più un altro centinaio di milioni che dovranno metterci altri enti interessati al rinnovo. Una somma ingente che però non soddisfa i rappresentanti dei lavoratori.

«Nessuno mette in dubbio - ammette Moggio - che il budget sia elevato, ma alla fine nelle tasche dei singoli rimarrà molto meno di quello che ci si potrebbe attendere. Anche oggi la delegazione pubblica ha ribadito che l’aumento generale, ovvero riconosciuto a tutti i lavoratori, non andrà oltre il tasso d’inflazione che è del 4,8%. Questo significa che chi ha uno stipendio medio di 2500 euro lordi al mese avrà 100-120 euro in più in busta paga. E neppure subito, ma soltanto alla fine del triennio, ovvero nel 2021».

Le proposte

All’aumento fisso, uguale per tutti, bisogna però aggiungere quello variabile. «In effetti è così: non dico che non ci sarà chi arriverà ad avere fino a 200 euro in più al mese, ma saranno eccezioni. Perché l’amministrazione vorrebbe legare gli ulteriori ritocchi ad esempio ad una sorta di “super bilinguismo”, una specializzazione che va al di là del patentino e delle certificazioni linguistiche, che pochi hanno; oltre che al premio di produttività al quale guardiamo con scarso entusiasmo, visto che è eccessivamente discrezionale; e al buono pasto di 7 euro che vorrebbero dare a tutti, ad eccezione dei part-time. Non siamo d’accordo su questa distinzione e comunque il buono pasto molti lo ricevono già».













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